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Il controllo dell'autorità garante per la concorrenza e il mercato sulla pubblicità comparativa e ingannevole

L’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato è stata istituita nel 1990 ed ha assunto sempre più importanza perché permette di tutelare non solo le imprese, ma anche i consumatori.
Infatti, prima della creazione di questa Autorità indipendente c’era una protezione assai debole, data dai soli articoli 2598-2601 del codice civile che si proponevano di combattere la concorrenza sleale.
L’ordinamento giuridico italiano dedicava solo i suddetti articoli alla tutela della concorrenza tra imprese e, in modo specifico , l’art. 2598 c.c. disponeva che “ferme restando le disposizioni che concernono la tutela dei segni distintivi e dei diritti di brevetto, compie atti di concorrenza sleale chiunque: 1. usa nomi o segni distintivi idonei a produrre confusione con i nomi o con i segni distintivi legittimamente usati da altri, o imita servilmente i prodotti di un concorrente, o compie con qualsiasi altro mezzo atti idonei a creare confusione con i prodotti e con l’attività di un concorrente;
2. diffonde notizie e apprezzamenti sui prodotti e sull’attività di un concorrente, idonei a determinare il discredito, o si appropria di pregi dei prodotti o dell’impresa di un concorrente;
3. si vale direttamente o indirettamente di ogni altro mezzo non conforme ai principi della correttezza professionale e idoneo a danneggiare l’altrui azienda”.

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PREMESSA L’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato è stata istituita nel 1990 ed ha assunto sempre più importanza perché permette di tutelare non solo le imprese, ma anche i consumatori. Infatti, prima della creazione di questa Autorità indipendente c’era una protezione assai debole, data dai soli articoli 2598-2601 del codice civile che si proponevano di combattere la concorrenza sleale. L’ordinamento giuridico italiano dedicava solo i suddetti articoli alla tutela della concorrenza tra imprese e, in modo specifico , l’art. 2598 c.c. disponeva che “ferme restando le disposizioni che concernono la tutela dei segni distintivi e dei diritti di brevetto, compie atti di concorrenza sleale chiunque: 1. usa nomi o segni distintivi idonei a produrre confusione con i nomi o con i segni distintivi legittimamente usati da altri, o imita servilmente i prodotti di un concorrente, o compie con qualsiasi altro mezzo atti idonei a creare confusione con i prodotti e con l’attività di un concorrente; 2. diffonde notizie e apprezzamenti sui prodotti e sull’attività di un concorrente, idonei a determinare il discredito, o si appropria di pregi dei prodotti o dell’impresa di un concorrente; 3. si vale direttamente o indirettamente di ogni altro mezzo non conforme ai principi della correttezza professionale e idoneo a danneggiare l’altrui azienda”. Quindi, prima del 1990, i consumatori non erano tutelati dalle pubblicità ingannevoli che potevano ledere i loro interessi o comunque pregiudicare in maniera assai forte il loro comportamento economico. Nei primi anni ’90 c’era stata una forte diffusione di mezzi di comunicazione di massa, già da tempo rappresentati dalle televisioni; in questi periodi infatti stava iniziando a prendere sempre più piede l’utilizzo di Internet e la creazione quindi di un’economia globale. Con queste nuove prospettive le imprese svilupparono le loro funzioni di 2

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Informazioni tesi

  Autore: Paolo Lissiotto
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli studi di Genova
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Fabio Tirio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 72

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