La disciplina IVA del Reverse Charge
Il d.l. 233/06 art.35 ha introdotto nel art.17 del d.p.r. 633/1972 il comma 6 che ha introdotto una serie di novità e disposizioni nel settore dell’edilizia, ed in particolare alla figura dell’appaltatore.
Il legislatore, in pratica, è intervenuto sul regime d’imposizione dell’IVA sugli appalti.
Tali novità rientrano nel meccanismo noto come REVERSE CHARGE, che il legislatore ha esteso anche al settore edile, tale sistema sarà applicato anche per le prestazioni di servizi, comprese quelle di mano d’opera, rese nel settore edile da soggetti subappaltatori nei confronti di imprese che svolgono attività di costruzione o ristrutturazione di immobili, nei confronti dell’appaltatore principale o di un altro subappaltatore.
Per l’applicazione del reverse charge, quindi, è necessaria l’esistenza di due contratti: il primo che è un contratto di appalto tra il committente e l’appaltatore, un secondo di subappalto tra l’appaltatore (divenuta impresa subappaltante) e il subappaltatore.
Nella pratica, accadrà che il subappaltatore dovrà emettere fattura nei confronti dell’impresa costruttrice o esecutrice della ristrutturazione, senza l’applicazione dell’IVA, indicando la motivazione, quale per l’appunto “fattura senza addebito di IVA ai sensi dell’art. 17, comma 6, del D.P.R. 633/72. Di contro, il costruttore integrerà la fattura ricevuta con l’indicazione dell’aliquota e della relativa imposta e registrarla negli appositi libri contabili, ma senza poterla detrarre. Detto credito d’imposta potrà essere recuperato in compensazione con altri tributi e contributi.
La ratio del sistema del reverse charge, pur derogando al principio generale della rivalsa e detrazione, secondo il legislatore, consentirà di porre un freno alle frodi nell’edilizia, come precisato dalla circolare dell’Agenzia delle Entrate del 4/08/ 2006, n. 28/E , settore in cui non di rado avviene che il subappaltatore non versi l’IVA addebitata all’appaltatore, non registra l’operazione, o a volte, cessa l’attività senza lasciare traccia di sé.
Il nuovo meccanismo del reverse charge è diretto a colpire le frodi Iva nei subappalti edili, questo si evince dal fatto che la nuova disciplina sembra essere strettamente collegata anche alle nuove norme del Codice degli appalti, riguardo ai subappalti delle opere e dei servizi. Sebbene l’inversione contabile non citi le atre prestazioni di servizi esenti da Iva, rientrano senz’altro i noli a caldo, che hanno contestualmente le attrezzature e la prestazione dell’operatore. In tal caso, però, secondo il nuovo codice degli appalti, il subappalto sarà tale solo se richiede la manodopera (fornitura con posa in opera e i noli a caldo) superiore al 2% dell’importo delle prestazioni affidate o di importo superiore ad € 100.000,00, e che l’incidenza del costo della manodopera e del personale sia superiore al 50% dell’importo del contratto da affidare.
In conclusione con l’introduzione del REVERSE CHARGE le società di costruzioni e altri diversi appaltatori-committenti si troveranno in una duplice valutazione delle attività e dei futuri lavori da eseguire. Ad esempio, se una società di costruzioni svolgerà il lavoro in proprio, riceverà dai propri appaltatori una fattura con Iva; se opererà con un contratto di appalto per gli stessi lavori, riceverà dagli stessi soggetti una fattura senza Iva, con eventuale compensazione del credito e con la citata responsabilità solidale con il subappaltatore per gli inadempimenti agli obblighi di pagamento dei contributi e delle ritenute previdenziali.
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Informazioni tesi
Autore: | Gennaro Polverino |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Salerno |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia aziendale |
Relatore: | Stefano Fiorentino |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 95 |
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