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L'immigrazione in Italia con particolare riferimento alla Puglia

Nella nostra nazione, il fenomeno migratorio giunge, relativamente al resto d’Europa, piuttosto tardi, e più precisamente nel momento in cui gli Stati europei, iniziano ad erigere barriere davanti alle loro porte. Grazie alla sua posizione strategica nel cuore del Mediterraneo, l’Italia può essere raggiunta senza grosse difficoltà da africani e balcanici, e la mancanza di una adeguata legislazione rende il territorio molto appetibile.
Attualmente, l’immigrazione nel Bel Paese è una realtà consolidata, ormai non rappresenta un fenomeno da scoprire, bensì da accettare. I diversi provvedimenti legislativi presi in merito a una questione che anima le dispute tra politici e cittadini, non sono ancora sufficienti in una nazione che vive questa realtà ormai da diversi anni, proprio perché si continua ad agire nell’ambito di un’ottica emergenziale.
Attraverso l’analisi del fenomeno immigratorio in Italia, proverò a delineare i tratti fondamentali del fenomeno, approfondendo in maniera particolare la situazione degli immigrati in Puglia. In questa regione, l’immigrazione non è un avvenimento diffuso come nelle regioni del Centro-Nord, eppure la presenza straniera costituisce un fatto nondimeno trascurabile.
Dall’esame dei dati cercherò di capire se la Puglia, nonostante il numero esiguo di immigrati rispetto alle altre regioni italiane, possa ancora essere considerata una terra di passaggio, come veniva considerata negli anni passati. Le numerose famiglie di immigrati che vi abitano come gli stessi ragazzi stranieri che popolano le scuole pugliesi, sono una prova tangibile.
Tale ricerca, pertanto, avendo l’obiettivo di quantificare e presentare l’universo migratorio attivo nella regione pugliese, vuole anche addentrarsi sulla qualità degli immigrati che in un sentire, purtroppo, diffuso sono analfabeti, criminali e nullafacenti. Una posizione comune, nata senza tener conto del lato umano della vicenda: la scelta di immigrare è in ogni caso molto sofferta, rischiosa, e non sempre assicura una vita migliore. Gli europei, da popolo di migranti quale è, sembrano aver quasi dimenticato tutto questo, ma è doveroso ricordare, che il cosiddetto gap tra il nord e il sud del mondo, altro non è che la conseguenza dell’imperialismo e del capitalismo europeo.

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INTRODUZIONE La storia dell’uomo è stata da sempre caratterizzata da grandi o piccoli spostamenti migratori sulla superficie terrestre, spinti, per la maggior parte dei casi, dalla necessità o dall’urgenza di cambiare qualcosa nella storia personale di ognuno. Le guerre, le spedizioni coloniali, le carestie e le catastrofi naturali sono alcuni dei principali motivi che hanno spinto, e alcune volte costretto, le popolazioni a grandi migrazioni, ma i motivi economici rimangono al primo posto tra le ragioni che generano i flussi migratori. Guardando al passato, la nostra storia è ricca di notevoli spostamenti di massa, a partire dai tempi di Abramo, fino ad arrivare alla epocale migrazione degli europei nelle Americhe. Fino a pochi decenni fa, la meta più ambita dagli immigrati di tutto il mondo, ma soprattutto dagli europei, è stata il cosiddetto Nuovo Mondo: Attualmente, la situazione degli spostamenti internazionali si mostra in maggior misura ramificata e complessa rispetto al passato. I processi socio- politici, che si sono susseguiti nel tempo, hanno cambiato in modo significativo il preesistente sistema degli equilibri internazionali. 4

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Informazioni tesi

  Autore: Ramona Petrachi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi di Lecce
  Facoltà: Interfacoltà di Lettere e filosofia
  Corso: Scienze sociali per la cooperazione , lo sviluppo e il non-profit
  Relatore: Maria Silvana Quarta
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 96

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