La crisi della carta stampata e i possibili sbocchi futuri
La rivoluzione digitale, iniziata lentamente negli anni Novanta e poi esplosa con l’avvento del Web 2.0 negli anni Duemila, ha rappresentato uno spartiacque senza precedenti nella storia della nostra civiltà, al pari degli effetti dirompenti che ebbe sulla circolazione del sapere - e quindi dell’informazione - l’invenzione della stampa a caratteri mobili di Gutenberg nel XV secolo. In Italia, un Paese spesso restio all’ammodernamento, si è verificata all’inizio una certa resistenza da parte di editori e giornalisti ad imboccare quello che si presentava come un percorso obbligato verso il futuro: la strada del web. Guardato con diffidenza, interpretato come strumento di notizie di serie B, poco approfondite e poco accurate, ha faticato ad affermarsi da noi, dove peraltro il giornalismo è ancora spesso inteso come esercizio di una scrittura colta, raffinata, ricercata, lontana in questo senso dalla rapidità e dalla secchezza del linguaggio della Rete. E la dimostrazione di tutto questo è stata l’assenza, finora nella quasi totalità delle testate italiane, di versioni online dei quotidiani cartacei – gratuite, si intende – e ancora meno di siti di notizie concepiti come piattaforma primaria dell’intera redazione: in sostanza, mentre altrove in Europa nascevano le prime redazioni integrate, dove web e cartaceo convivevano e si evolvevano verso il primato dell’online, in Italia questo processo stentava a partire e tuttora non decolla, frenato dall’idea dura a morire che il giornale cartaceo abbia e debba conservare nel tempo la sua centralità. Nonostante questa visione eserciti un innegabile fascino anche su chi, come me, appartiene più alla generazione di Internet che non a quella dell’edicola, i fatti la hanno ampiamente smentita: il calo delle vendite è irreversibile, la pubblicità investe sempre più sulla Rete, e gli accessi ai quotidiani online si moltiplicano. Non potendo arroccarsi in posizioni retrograde e nostalgiche, che vedono nel giornale di carta l’unico supporto consono a un’informazione di qualità, anch’io mi sono ricreduta in parte rispetto alle mie convinzioni precedenti, sposando la tesi difficilmente contestabile di chi, come Vittorio Zambardino - prestatosi a un’intervista per questa tesi - ritiene che il futuro sarà quello di una società senza carta. Come per tutti i cambiamenti radicali ci si dovrà fare l’abitudine, ma solo di questo si tratterà, perché il giornalismo - che va di pari passo con la civiltà e la democrazia - sopravvivrà trasferendosi su altri supporti che non siano i grigi e spaziosi figli di carta stampata freschi di rotativa. Magari non accadrà subito, non sarà questione di anni, ma di decenni, ma quello che è certo è che tutto lascia pensare che sarà così.
L’assenza del quotidiano di carta significherà la scomparsa di un giornalismo serio e approfondito, di inchieste e informazioni “di serie A”? Niente affatto: innanzi tutto i nuovi supporti elettronici come gli e-reader consentiranno una lettura confortevole come per i giornali di carta, non solo concentrata in pochi minuti e quindi adatta a una fruizione più attenta. Si dovranno poi studiare le adeguate strategie che facciano sì che la produzione di contenuti di qualità, basata sul lavoro di professionisti, riceva una remunerazione: un cambiamento che è alle porte, come abbiamo visto. Inoltre il web potrà concepirsi proprio come un’occasione di rilancio del giornalismo critico (di nuovo mi rifaccio all’intervista con Zambardino), allontanandosi da quella vicinanza al potere che lo inquina, e potrà guidare verso “una attività di effettiva critica del potere e di indagine "terza" sulla sua attività”. E’ quello che ci auguriamo, e in un certo senso ci aspettiamo, anche se in definitiva si tratta solo di pronostici: non possiamo sapere fino in fondo quello che il futuro tiene in serbo.
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Informazioni tesi
Autore: | Ilaria Mariotti |
Tipo: | Tesi di Master |
Master in | Editoria, Giornalismo e Management culturale |
Anno: | 2009 |
Docente/Relatore: | Luana Silighini |
Istituito da: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 84 |
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