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La cooperazione di polizia in Europa: il ruolo dell'EUROGENDFOR

In Europa, come del resto in altre zone del mondo, la diffusione a macchia d'olio di organizzazioni criminali e terroristiche che operano su scala globale, ha determinato un rapido potenziamento della cooperazione internazionale di polizia. Questa necessità di collaborare è particolarmente evidente appunto in Europa, dove l'integrazione economica e sociale permette il libero spostamento di merci e persone, facilitando la diffusione di attività illecite transnazionali. Traffico di droga, prostituzione, furto, immigrazione clandestina, sono tutti stati agevolati, in un modo o nell'altro, dal mercato unico Europeo ed è pertanto necessario che si sviluppi, in modo sempre più decisivo, un sistema efficace di prevenzione comune.
In passato, la cooperazione internazionale di polizia era vista come un mezzo per combattere principalmente i violenti oppositori politici. Gli Stati collaboravano in materia di sicurezza, facendo in modo, allo stesso tempo, che la propria sovranità rimanesse intatta. Proprio per questo, l'INTERPOL nacque come agenzia privata di polizia, che non si traduceva in alcun modo in un vero e proprio accordo di cooperazione tra Stati, tant'è che non esiste un trattato internazionale che la istituisce. Un significativo passo in avanti avvenne nel 1992 con il Trattato di Maastricht, che riconobbe la necessità di combattere il crimine a livello sovranazionale. Con la creazione di EUROPOL, ci si concentrò poi sull'analisi e la condivisione di dati sensibili, utili a una determinata indagine, nonostante molte siano ancora oggi le restrizioni sul tipo e la quantità d'informazioni che si possono condividere. Uno dei problemi più grandi dai quali si farà fatica a uscire, riguarda gli accordi firmati tra piccoli gruppi di Paesi e circoscritti a un singolo problema, come può essere il traffico di droga. Prendendo come esempio gli stupefacenti, va da sé che è vano, quanto confusionale, mettere in piedi molteplici collaborazioni, su questioni diverse, tra Stati diversi, con la consapevolezza che il tema è d'interesse dell'intera Comunità Internazionale. Attualmente, è infatti responsabilità di ogni singola Nazione mantenere la propria sicurezza, potendo scegliere in modo autonomo come organizzarsi e con chi stringere delle collaborazioni. È per questo, che la tesi verterà principalmente sull'EUROGENDFOR, una nuova forza di sicurezza Europea, che verrà descritta nel dettaglio dopo una serie di premesse, proprio perché avrebbe il potenziale per diventare l'equivalente della “FBI” statunitense, sempre se l'Europa decidesse di crescere unita e compatta politicamente, oltre che sul piano economico.

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1 INTRODUZIONE In Europa, come del resto in altre zone del mondo, la diffusione a macchia d’olio di organizzazioni criminali e terroristiche che operano su scala globale, ha determinato un rapido potenziamento della cooperazione internazionale di polizia. Questa necessità di collaborare è particolarmente evidente appunto in Europa, dove l’integrazione economica e sociale permette il libero spostamento di merci e persone, facilitando la diffusione di attività illecite transnazionali. Traffico di droga, prostituzione, furto, immigrazione clandestina, sono tutti stati agevolati, in un modo o nell’altro, dal mercato unico Europeo ed è pertanto necessario che si sviluppi, in modo sempre più decisivo, un sistema efficace di prevenzione comune. In passato, la cooperazione internazionale di polizia era vista come un mezzo per combattere principalmente i violenti oppositori politici. Gli Stati collaboravano in materia di sicurezza, facendo in modo, allo stesso tempo, che la propria sovranità rimanesse intatta. Proprio per questo, l’INTERPOL nacque come agenzia privata di polizia, che non si traduceva in alcun modo in un vero e proprio accordo di cooperazione tra Stati, tant’è che non esiste un trattato internazionale che la istituisce. Un significativo passo in avanti avvenne nel 1992 con il Trattato di Maastricht, che riconobbe la necessità di combattere il crimine a livello sovranazionale. Con la creazione di EUROPOL, ci si concentrò poi sull’analisi e la condivisione di dati sensibili, utili a una determinata indagine, nonostante molte siano ancora oggi le restrizioni sul tipo e la quantità d’informazioni che si possono condividere. Uno dei problemi più grandi dai quali si farà fatica a uscire, riguarda gli accordi firmati tra piccoli gruppi di Paesi e circoscritti a un singolo problema, come può essere il traffico di droga. Prendendo come esempio gli stupefacenti, va da sé che è vano, quanto confusionale, mettere in piedi molteplici collaborazioni, su questioni diverse, tra Stati diversi, con la consapevolezza che il tema è d’interesse dell’intera Comunità Internazionale. Attualmente, è infatti responsabilità di ogni singola Nazione mantenere la propria sicurezza, potendo scegliere in modo autonomo come organizzarsi e con chi stringere delle collaborazioni. È per questo, che la tesi verterà principalmente sull’EUROGENDFOR, una nuova forza di sicurezza Europea, che verrà descritta nel dettaglio dopo una serie di premesse, proprio perché avrebbe il potenziale per diventare l’equivalente della “FBI” statunitense, sempre se l’Europa decidesse di crescere unita e compatta politicamente, oltre che sul piano economico.

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Parole chiave

unione europea
cooperazione
stati uniti d'europa
polizia
criminalità
europol
interpol
carabinieri
eurogendfor
gendarmeria europea

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