Il restauro virtuale
La confusione lessicale tra storici dell'arte, architetti e restauratori sul termine “restauro” ne ha reso da sempre assai incerto il significato: il termine è stato infatti attribuito sia alla riparazione funzionale dei danni del passato, sia all'azione di salvaguardia del valore devozionale o del messaggio artistico delle varie opere, che alla tutela del loro valore commerciale. Ovviamente ad ognuno di questi tipi di intervento sono corrisposte professionalità e approcci differenziati, in una babilonia di significati quali conservazione, manutenzione, ripristino, tutela, ecc. Mettersi quindi a parlare di “restauro virtuale”, cioè di un'azione che, oltre a non sapere bene quale tipo di intervento comporti, non è nemmeno reale, ma viene condotta nel campo della virtualità, della finzione, potrebbe apparire addirittura assurdo: mi preme quindi sottolineare che questa tesi non si propone certo come risoluzione dell'annoso problema della definizione di una corretta metodologia legata alla parola restauro, ma piuttosto come presentazione di un'operazione (quella virtuale appunto) che fornisca un'utile mezzo tecnico per valutare poi nella pratica qual è, tra i tanti, l'effettivo “migliore intervento realizzabile”.
Le applicazioni virtuali, o per meglio dire il supporto dato da esse, può, nell'ambito del “come” e del “quanto” restaurare, essere di grande utilità fornendo informazioni addizionali alla fase di stesura del progetto di restauro, quali ad esempio la pre-visualizzazione del risultato ottenibile con una tecnica piuttosto che un'altra, con un intervento invasivo piuttosto che con un atto leggero. E' pur vero che nessuno strumento, per quanto sia elevata la sua tecnologia, può con certezza assoluta prevedere, ad esempio, quale procedimento potrebbe far riassorbire correttamente un'infiltrazione d'umidità in un affresco, a causa delle molteplici interazioni fisico-chimiche che avvengono in una situazione del genere, ma d'altro canto non si può negare l'utilità della tecnologia e della scienza nello studio dei materiali, delle loro degradazioni e, di conseguenza, anche delle possibili soluzioni.
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Informazioni tesi
Autore: | Cristina Uva |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2003-04 |
Università: | Accademia di Belle Arti |
Facoltà: | Pittura e restauro |
Corso: | Restauro pittorico |
Relatore: | Silvia Gaggioli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 102 |
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