San Pietro a Patierno tra storia e memoria
Il mio lavoro è una ricostruzione degli ultimi ’70 anni di San Pietro a Patierno, attraverso quelli che sono stati i più significativi cambiamenti nello spazio sociale e urbano del quartiere. Penso sia importante sottolineare, prima di entrare nello specifico del mio lavoro, alcune fasi della storia del quartiere che ne hanno in un certo qual modo, e per motivi diversi l’una dall’altra, condizionato la struttura dello spazio sociale e urbano.
Innanzitutto l’avvio, nel 1816, dei lavori di quello che sarà l’aeroporto di Capodichino (che oggi con la sua pista “taglia” in due il quartiere), per i quali, il quartiere subirà molti espropri di terreni agricoli, espropri che causeranno il progressivo abbandono del lavoro agricolo con non poche ripercussioni sull’economia del quartiere.
Il bombardamento subito il 4 aprile del ’43, che da il colpo di grazia all’economia agricola del quartiere che negli anni del II conflitto mondiale, è stata rimpiazzata da un’economia artigianale, con molti abitanti del quartiere che diventano “artigiani della scarpa”.
Infine gli anni ’70 fino allo spaventoso sisma del novembre 1980. E’ una fase quest’ultima, caratterizzata dal processo di “ricostruzione” del quartiere, che porterà significativi mutamenti nello spazio urbano ma soprattutto nello spazio sociale del quartiere.
Altro caratteristica è importante ricordare. San Pietro a Patierno vive ancora oggi in bilico, tra la sua natura di ex-comune autonomo e la mai definitiva integrazione con il resto della città di cui è parte dal punto di vista amministrativo dalla seconda metà degli anni ’20.
Per la sua particolare posizione è una sorta di “ponte” tra il centro e la provincia della città di Napoli.
Dalla mia relazione emerge che il quartiere negli ultimi ’70 anni ha vissuto una sorta di “evoluzione a metà”, subendo scelte politiche (e non solo) che non hanno mai tenuto conto della sua storia, e che lo hanno messo nella condizione di diventare un quartiere che vive alla continua ricerca di una nuova identità rimpiangendo in alcuni casi quella perduta. A partire dalla aggregazione al Comune di Napoli da parte del regime fascista, passando negli anni ’50 per un piano regolatore che non si è mai interessato delle periferie, fino alla scelta nel 2006 di unire San Pietro a Patierno a Miano e Secondigliano (quartieri con un alto tasso di disoccupazione e criminalità) per la formazione, nel nuovo processo di decentramento amministrativo della città di Napoli, delle nuove municipalità. Queste sono alcune delle cause che hanno portato oggi San Pietro a Patierno a vivere in una condizione di “continua instabilità”.
I dati sui matrimoni del quartiere raccolti durante la mia ricerca confermano il passaggio del quartiere da una economia prevalentemente agricola ad una artigianale soprattutto alla fine degli anni ’60. Commentandoli si può dire che San Pietro a Patierno vive una sorta di miglioramento delle sue condizioni di vita, che però resta una chimera, a causa soprattutto del processo di ripopolamento subito dal quartiere a partire dalla fine degli anni ‘70, processo che prende il via dalla “fuga” verso le periferie degli appartenenti alle classi sociali più “disadattate” del centro della città, e che è aiutato da una scriteriata opera di costruzione di nuove abitazioni che, a causa della loro mancata integrazione con il resto dello spazio sociale del quartiere si riveleranno dei veri e propri “contenitori di problematiche”.
Le testimonianze di alcuni abitanti del quartiere raccolte nel mio lavoro, permettono di ricostruire la vera identità di San Pietro a Patierno, legata ai ritmi del lavoro agricolo e alla solidarietà degli e fra gli abitanti del quartiere. Raccontano di uno spazio sociale a “misura d’uomo” che fino alla fine degli anni ’70 non si era ancora disgregato e che permetteva una vita “tranquilla”. Tracciano il profilo di un quartiere che vuole costruire partendo dalla sua “memoria” una nuova e definitiva identità.
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Informazioni tesi
Autore: | Angelo Maria Orefice |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2006-07 |
Università: | Università degli Studi di Napoli - Federico II |
Facoltà: | Sociologia |
Corso: | Scienze sociologiche |
Relatore: | Gabriella Gribaudi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 121 |
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