La centralità del discente nella relazione educativa

Lo scopo di questo elaborato è quello di analizzare le differenti dinamiche legate alla relazione educativa, a partire dal presupposto socratico che insegnare non significhi imporre il proprio sapere ma estrapolare, far uscire, tirare fuori da ogni allievo tutto ciò che può essere utile alla sua crescita personale e umana, al fine di formare un cittadino attivo e consapevole, protagonista della propria vita e integrato nella società in cui agisce, tenendo sempre ben presente che, come scriveva, Ignazio di Antiochia: "si educa con quello che si dice, ancor più con quel che si fa, molto più con quel che si è".
La relazione educativa è l'insieme dei rapporti sociali che si instaurano tra l'educatore e l'educando. Tali rapporti sono al centro del lavoro di ricerca della moderna scienza pedagogica che, soprattutto a partire dagli ultimi decenni, ha concentrato la sua attenzione sulla diversità intesa come risorsa e sull' importanza della componente emotiva e relazionale all'interno della prassi educativa.
La relazione educativa consiste in una relazione di aiuto, in cui i soggetti coinvolti realizzano quel progetto attivo di cambiamento, che punta alla crescita e alla formazione della persona nella sua interezza, in un'ottica di piena inclusione volta ad eliminare lo stigma negativo della diversità che deve essere intesa non come limitazione ma come fonte di ricchezza comunitaria. Appare necessario riflettere sulla complessità del sistema scolastico di oggi, sull'importanza del contesto educativo nella prassi didattica, sul rinnovamento del ruolo dei docenti e sulle nuove strategie e metodologie di cui questi ultimi si avvalgono nell'agire quotidiano. L'insegnante ha, infatti, l'arduo compito di fornire ai suoi studenti le condizioni necessarie al loro sviluppo sociale ed individuale, di facilitare e stimolare il loro apprendimento, adattandosi ai bisogni, ai tempi e agli stili cognitivi di ognuno, per prepararli a vivere in una società fluida e in continuo movimento.
Come diceva Carl Rogers: "Non possiamo insegnare a un'altra persona direttamente; possiamo solo facilitare il suo apprendimento, poiché il processo educativo non può basarsi su una mera e lineare trasmissione del sapere, esso deve mirare a trarre fuori il potenziale che è insito in ogni allievo attraverso la circolarità delle relazioni e i rapporti empatici che le sottendono".