L'Outdoor Education come pratica inclusiva: uno sguardo critico internazionale e progettuale

3 Premessa Nell’anno scolastico 2018/2019 ho lavorato presso una scuola dell’infanzia che è anche polo 0-6. Durante quell’anno ho avuto la possibilità di sperimentare insieme ai bimbi un percorso di Outdoor Education, che mi ha aperto gli occhi su una branca della pratica educativa che ancora non avevo avuto modo di conoscere. Sia dalle insegnanti che dai bambini, la proposta è stata accolta e vissuta in modo molto positivo. Bimbi che in indoor mostravano comportamenti “difficili”, in outdoor mostravano maggior serenità e anche maggiore benessere per quanto riguarda la relazione con i compagni. Tuttavia, c’è un “ma”. Un “ma” che mi ha condotta al tema di questo elaborato finale. Nella classe in cui lavoravo come seconda educatrice, c’era anche un bimbo con disabilità a cui purtroppo non è stato permesso di partecipare. La decisione è stata presa dai genitori, ma probabilmente la causa del loro timore era in parte la nostra mancanza nel comunicare loro sicurezza sulla gestione delle difficoltà del figlio in uscita. Questo episodio mi ha lasciato l’amaro in bocca e la consapevolezza di aver bisogno, come educatrice, di riflettere su quanto accaduto. Inoltre, in quel periodo, mi sono imbattuta su Facebook nella pagina di Iacopo Melio. Iacopo è un giovane giornalista, scrittore e attivista toscano che è affetto da una malattia genetica rara e che da anni si batte per l’abbattimento delle barriere architettoniche e mentali; infatti non solo cerca di sensibilizzare sul tema della difficoltà di movimento nelle città per chi ha delle disabilità, ma si impegna a far crollare quell’approccio pietista e pieno di stereotipi che la gente ha nei confronti di chi ha una disabilità. Leggendo i suoi post e soprattutto i suoi libri, “faccio salti altissimi” e “Parigi XXI”, il mio coinvolgimento sul tema dell’inclusione è nettamente aumentato e ho iniziato a riflettere su cosa potessi iniziare a fare nel mio piccolo. Così ho deciso di rielaborare le mie riflessioni su quanto successo nell’esperienza in Outdoor avuta a scuola e mi sono messa a cercare materiale e informazioni sull’inclusione nell’Outdoor Education. In un primo momento ho trovato poco o niente, ma per mia fortuna in quei giorni