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Impresa 2.0: nuovi paradigmi per organizzazione, innovazione e comunicazione digitale

Il presente lavoro nasce con l’obiettivo di definire le caratteristiche e i principi fondamentali del concetto di “Impresa 2.0”. Da quando McAfee, professore dell’Harvard Business School, nel 2006 ha coniato questo termine, riferendosi all’utilizzo in modalità emergente di social media e piattafome di social software all’interno delle aziende o tra le aziende e i propri parner e clienti, l’attenzione di molte imprese e organizzazioni si è focalizzata su questo approccio.
Il primo capitolo introduce il vasto panorama delle applicazioni del “Web 2.0” attraverso un’analisi delle implicazioni manageriali e di business e del loro ruolo, sociale e collaborativo, se implementate all’interno di un contesto aziendale.
Il secondo capitolo ha come tema centrale il knowledge management, filone di studi del management strategico in cui l’Impresa 2.0 affonda radici fortissime. La capacità di gestire le informazioni e la conoscenza tramite tecnologie ICT è una delle più importanti pratiche organizzative che le imprese sembrano seguire al fine di impiegare il capitale intellettuale come risorsa gestibile e in grado di creare un vantaggio competitivo sostenibile.
Il terzo capitolo è strutturato allo scopo di evidenziare come l’adozione di un modello di business da parte delle organizzazioni secondo le logiche dell’Impresa 2.0 permetta a quest’ultime di ridefinire la il proprio assetto organizzativo secondo i principi della “Wikimpresa” ovvero apertura, peering, condivisione e azione globale.
Infine, nel quarto capitolo, si procederà con l’analisi degli strumenti e del concetto di comunicazione interna 2.0 estendendo la sua definizione al più ampio tema della comunicazione organizzativa e unificata.

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Introduzione i INTRODUZIONE Molte aziende e organizzazioni hanno compreso che, per competere nel turbolento ambiente economico e sociale d‟oggi, devono operare come un unico organismo integrato le cui fila siano tessute da innovazione e idee di successo. Molte di esse, tuttavia, hanno ancora difficoltà nel catturare la cosiddetta “intelligenza collettiva” dei propri dipendenti e, in generale, di tutti i portatori d‟interesse per l‟impresa stessa. Le imprese non conoscono ancora il potenziale sociale che hanno nelle loro mani ma necessitano di imparare presto a governarlo per adattarsi al contesto competitivo in cui operano e non perdere gran parte del capitale informativo ed intellettuale generato all‟interno e all‟esterno dei confini aziendali. Questo lavoro nasce con l‟obiettivo di mostrare le modalità con le quali le organizzazioni, indipendentemente dalla loro dimensione e dal business in cui operano, possano oggi sfruttare le informazioni in maniera più utile attraverso l‟acquisizione di conoscenze accumulate, relazioni e legami tra i dipendenti e gli esperti dell‟informazione che, grazie alle tecnologie e agli strumenti del “Web 2.0”, consentono alle best practice di emergere organicamente. Un altro obiettivo di questo lavoro è quello di fornire un quadro di lettura sul tema dell‟Impresa 2.0 definendone le peculiarità, i campi di applicazione e lo stato di adozione di un modello di business che fa del capitale umano, della tecnologia, della struttura organizzativa e dei processi aziendali i suoi punti di forza cercandone l‟integrazione reciproca e le sinergie che ne derivano. Da quando McAfee, professore della Harvard Business School, coniò nel 2006, in un articolo dal titolo “Enterprise 2.0: The dawn of Emergent Collaboration”, pubblicato sul MIT Sloan Management Review, il termine “Impresa 2.0”, riferendosi all‟uso in modalità emergente di social media e piattaforme di social software all‟interno delle aziende o tra le aziende e i propri partner e clienti (McAfee, 2006), l‟attenzione di molte imprese si è focalizzata sullo stesso approccio. In particolare, il focus del presente lavoro è stato posto sulla possibilità di utilizzare in azienda il “modello a rete” e le tecnologie che lo abilitano attraverso una fondamentale rivalutazione del ruolo centrale delle persone, e l'adozione di strumenti e modelli organizzativi molto semplici, capaci di facilitare la comunicazione e la relazione tra i professionisti sia nella operatività che nei momenti decisionali. Questa tendenza, definita da McAfee col nome di “Impresa 2.0”, può essere considerata come fenomeno di "rottura" dei modelli organizzativi tradizionali

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