L'importanza dei nutraceutici nella dieta e prevenzione nel Morbo di Alzheimer
Oggi il Morbo di Alzheimer rappresenta la patologia più diffusa tra le varie forme di demenza [WHO, 2017]. Dal rapporto mondiale sulla malattia di Alzheimer del 2015 emerge che nel mondo 46,8 milioni di persone sono affette da una forma di demenza di cui il 60-70% dei casi [WHO, 2017] sono malati di Alzheimer.
Le stime prevedono che entro il 2050 si arriverà a raggiungere i 131,5 milioni di persone affette da demenza, un nuovo caso ogni 3,2 secondi. E’ chiaro come diventa fondamentale la ricerca nel trattamento dei fattori di rischio e nel prevenire tale malattia. Negli ultimi anni si è prestata particolare attenzione a studi su: modulatori di β e γ secretasi, inibitori della biosintesi del colesterolo, inibitori di aggregazioni amilodi, immunizzazione attiva, stress ossidativo a livello celebrale. In quanto essendo il peptide β amiloide un iniziatore chiave, nello sviluppo della malattia di Alzheimer [Tiraboschi P. et al., 2004] è evidente come la maggior parte degli approcci allo sviluppo di terapie implicano ricerche su interferenze con la sua formazione e gli effetti tossici che esso innesca. Dopo un’attenta analisi mi è stato possibile enunciare che le strategie terapeutiche sperimentali che hanno mostrato una risposta positiva nel prevenire o addirittura bloccare la progressione di tali placche sono: l’utilizzo di farmaci anti - infiammatori non steroidei che permettono di modulare l’attività delle γ secretasi [Weggen, s. et al, 2000]e la somministrazione di farmaci a base di statite per ridurre ipercolesterolemia e per migliorare l’apprendimento [Li L. et al., 2006] ma a supporto della medicina tradizionale giocano un ruolo fondamentale contro i fattori di rischio tipici della malattia di Alzheimer anche le abitudini alimentari.
Infatti si è dimostrato che l’aderenza a una dieta mediterranea riduce il rischio di insorgenza della malattia di Alzheimer di circa il 10% [Sofi F. et al., 2010]. L’introduzione con la dieta di nutraceutici antiossidanti come: epigallocatechina-3-gallato presente in grande quantità nel tè verde, permette di inibire la formazione di aggregati metallo - peptide β amiloide [Cascella M. et al., 2017]; la curcumina permette una riduzione della densità delle placche senili di circa il 40% esplicando anche un’azione antinfiammatoria [Giselle P. Lim et al., 2001], l’acido ascorbico (Vitamina C) si dimostrato in grado di modulare la neuroinfiammazione, inibire la fibrillazione del peptide β amiloide [Choudhry F., et al., 2012]; la somministrazione di estratti di berberina [Cai Z. et al., 2016] sembrano essere in grado di regolarizzare la dislipidemia, di ridurrre le placche amiloidi e di grovigli neuro fibrillari, inibire la patogenesi dell'aterosclerosi, ritardare lo stress ossidativo e la neuroinfiammazione nella malattia di Alzheimer [Zhiyou Cai et al., 2016]. Mentre gli elevati valori di omocisteina ematica sono in grado di favorire l’accumulo del peptide β amiloide [Hasegawa, T. et al., 2005].
La carenza di vitamine e folati i pathway a valle dei metaboliti associati all'omocisteina, possono contribuire all'insorgenza e alla progressione delle malattie neuropsichiatriche e neurodegenerative [Stanger et al., 2009].
Notevoli studi sono stati fatti ma per essere riconosciuti come strategie terapeutiche la ricerca deve fornire ancora più dati.
La mia ricerca vuole sensibilizzare all’utilizzo di questi composti fitochimici a supporto della medicina tradizionale nella cura di patologie neurodegenerative, come la malattia di Alzheimer, e sollevare la dieta mediterranea come icona per uno stile di vita sano.
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Informazioni tesi
Autore: | Silvia Montanari |
Tipo: | Tesi di Master |
Master in | Master di II livello in Nutrizione, Nutraceutica e Dietetica applicata |
Anno: | 2018 |
Docente/Relatore: | Polzonetti Valeria |
Istituito da: | Università degli Studi di Camerino |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 48 |
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