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Comunicare nell'incomunicabilità: il ruolo dell'educatore nell'autismo e nella schizofrenia attraverso il gioco e l'ascolto attivo

Il presente lavoro ha come obiettivo quello di fornire una panoramica teorica concettuale su due quadri psicopatologici precisi, quali l’autismo e la schizofrenia, in un’ottica che non sia di tipo clinico psichiatrico, ma pedagogico filosofico.
Riporto alcune esemplificazioni e richiami filosofici che permeano l’intera corrente della psicopatologia fenomenologica ed altresì affascinato da alcuni temi e motivi, centrali nell’attuale orientamento pedagogico, quali la resilienza e la responsabilità.
L’interesse maggiore è rappresentato dalla “comunicazione”, considerata davvero alla base dell’agire umano, di ogni relazione e di ogni “essere nel mondo”, in particolare della “comunicazione ludica” cioè quel tipo di rapporto evolutivo che si instaura attraverso il gioco, il giocare, l’essere impegnato in se stesso o con l’altro in un’attività finalistica, di alto valore formativo e pedagogico e tanto vitale.
Infine mi sono chiesto quale sarebbe stato il ruolo nel lavoro, qual è in sostanza il compito primario di ogni educatore che “sceglie liberamente” di impegnarsi in una situazione sociale, soprattutto in relazioni vicine al pericolo di un “naufragio emozionale”.
Così richiamo i due quadri nosografici dell’autismo e della psicosi, soprattutto perché entrambi, in diversi modi, richiamano la grande importanza e necessità che ha il “comunicare umano” per riuscire a condurre una vita davvero degna di essere vissuta.
Ho approfondito il discorso sul gioco e posso concludere che “giocare è comunicare e comunicare è giocare”, soprattutto laddove sembrano così insormontabili le barriere della presunta incapacità umana nel seguire schemi e regole, verbali e non, convenzionali e socialmente precostituite.
Nel vastissimo panorama teorica ed esperenziale, fatto di teorie e metodi diversi, ho scelto di soffermarmi in particolare su due approcci: l’Intervento Emotivo Relazionale della Dott.ssa Venuti (Trento) rivolto nello specifico sull’autismo, ed il Modello di Integrazione Funzionale del Dott. Zapparoli (Milano) rivolto in particolare ai disturbi psicotici; tale scelta poggia sostanzialmente su una mia sentita necessità, come educatore, di essere guidato e nello stesso tempo di essere lasciato libero “di essere e di fare” nel proprio lavoro.
L’obiettivo primario di questa tesi è pertanto quello di delineare un particolare campo di attuazione della figura dell’educatore, delle sue competenze, caratteristiche, capacità e possibilità, sottolineando il costante principio di responsabilità che vedo a coronamento di qualsiasi figura professionale sia implicata nel sociale, cioè nell’umanità, in un’ultima analisi con gli altri.
Ho scelto di dividere il presente lavoro in tre capitoli:
1 – Autismo ed interventi
2 – Psicosi ed interventi
3 Ruolo dell’educatore nella comunicazione, gioco e ascolto attivo
(il principio etico della responsabilità – approccio empatico centrato sulla persona, con riferimenti espliciti alla resilienza)

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INTRODUZIONE “Sulla spiaggia di mondi senza fine, i bambini giocano” (Tagore, 1 ) Dove giocare è comunicare, cioè laddove è presente uno scambio funzionale nelle dinamiche relazionali, dove le persone, gli esseri umani si vanno incontro o scontro l’uno con l’altro, in una reciprocità di comprensione e di intenti, dove cioè è presente quella dimensione chiamata vita, si vive appunto e per vivere si deve comunicare. “L’uomo è un animale sociale” 2 come sostenne Aristotele nella filosofia antica, ed ancora “l’attaccamento è un bisogno fondamentale che accompagna l’uomo dalla culla alla tomba” 3 come sostiene Bowlby nel panorama della psicologia moderna; queste ed altre definizioni riportano l’accento sulla dimensione sociale, relazionale dell’individuo, cioè sul suo bisogno esistenziale di entrare in contatto con gli altri esseri umani per vivere. Calcando un po’ la mano e parafrasando Winnicott nella sua disamina 1 Tagore: poeta indiano. Poesia “Mondi sconfinati” in Winnicott “Playing and Reality” Tavistock Publications, London, 1971. trad. ital.“Gioco e realtà” Armando,Roma, 2006 pag 153 2 Aristotele; “La Politica” libro I° in “Vita pensiero”, Opere scelte a cura di Armando Massarenti, I grandi filosofi, ed Officine Grafiche Calderoni, Bologna, 2006 pag 147 – 149 “……..il bene dello stato è più importante, più bello, più perfetto e più divino. La ragione di questo va ricercata nella natura stessa dell’uomo, la quale dimostra con chiarezza che egli non è assolutamente capace di vivere isolatamente e che ha bisogno, proprio per essere se medesimo, di avere rapporti con i suoi simili in ogni momento della sua esistenza”. 3 Bowlby, “The making and breaking of affectional bonds” Tavistock, London, 1979; trad ital. “Costruzione e rottura dei legami affettivi” Raffaello Cortina Editore, Milano,1982, pag 136. “Anche se particolarmente evidente nella prima infanzia, il comportameno di attaccamento caratterizza l’essere umano dalla culla alla tomba. Esso comporta il pianto e il richiamo per sollecitare attenzioni, il seguire e l’aggrapparsi, ed anche forti proteste nel caso in cui il bambino sia lasciato solo o con estranei. Con gli anni la frequenza e l’intensità con cui tale comportamento viene manifestato diminuiscono costantemente. Tutte queste forme di comportamento rimangono comunque una parte importante del corredo comportamentale umano. Negli adulti esse risultano particolarmente evidenti quando una persona è profondamente turbata, quando è malata o impaurita…… il comportamento dei genitori, e di chiunque altro si assuma il ruolo di prendersi cura, è complementare al comportamento di attaccamento. Il ruolo di chi si prende cura consiste innanzitutto nell’essere disponibile e comprensivo come e quando richiesto e, in secondo luogo, nell’intervenire ragionevolmente non appenza il bambino o la persona più adulta di cui ci si prende cura si trovi in difficoltà. Questo è un ruolo chiave e ci sono prove effettive che, a seconda di come assolto dai genitori, determini in gran misura la possibilità di un individuo di crescere più o meno psichicamente sano”. Pagg 136 - 140

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Informazioni tesi

  Autore: Manfredi Alessandro Pico
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2006-07
  Università: Università RomaTre di Roma
  Facoltà: Scienze dell'educazione e Formazione EPC
  Corso: Epc Educatore Professionale di Comunità
  Relatore: Luciano Mazzetti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 183

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