Gli effetti della Sharing Economy nel settore moda. Il caso Dress You Can

3 INTRODUZIONE Negli ultimi anni la società attuale ha attraversato un significativo cambiamento a causa di una ritrovata consapevolezza da parte del consumatore circa le sue abitudini e i suoi comportamenti d’acquisto e delle nuove tecnologie che hanno favorito una crescente diffusione di piattaforme digitali e devices rivoluzionando completamente la vita degli individui. Viviamo oggi in un mondo iperconnesso in cui non esistono barriere spazio-temporali, la rivoluzione del web 2.0 ha creato delle nuove opportunità di business per l’economia, ha modificato i vecchi sistemi di comunicazione ed ha facilitato la nascita di rapporti tra diversi individui. In tale contesto iniziano così a svilupparsi nuovi modelli economici, tecnologici e sociali. Era il 2013 quando il settimanale The Economist dedicava l’intera copertina ad un nuovo fenomeno destinato a diventare di portata globale: “All eyes on the Sharing economy”. 1 Marta Mainieri, fondatrice del sito collaboriamo.org, in un’intervista definisce la Sharing economy come “una nuova forma di economia che predilige il riuso anziché l’acquisto e l’accesso al bene piuttosto che la proprietà, è un nuovo modello di servizio che mette in contatto le persone per scambiare beni ed è un modello applicabile per lo scambio e la condivisione di qualunque bene in qualsiasi settore”. 2 È un nuovo modo di fare impresa, il mercato si rinnova profondamente poiché non siamo di fronte alle solite figure industria versus consumatore, ma quest’ultimo cambia il suo ruolo: da consumatore passivo diventa attore attivo. Chiunque tramite piattaforme online può decidere di condividere i propri oggetti inutilizzati: da un semplice passaggio in macchina, ad una stanza del proprio appartamento, agli attrezzi da lavoro, ancora si può decidere di condividere e quindi 1 https://www.economist.com/technology-quarterly/2013/03/09/all-eyes-on-the-sharing-economy 2 http://www.unnomeunsogno.it/blog/sharing-economy-non-e-una-logica-ma-un-vero-e-proprio-modello- di-condivisione/