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Discrezionalità amministrativa e tecnica. Vizi dell'atto amministrativo

La presente tesi, di tipo compilativo, è stata strutturata in quattro parti. La prima parte si pone l’obiettivo di evidenziare e richiamare i principi costituzionali che rappresentano elementi cardine nella più ampia visione del dispiegarsi delle potestà istituzionali volte alla tutela degli interessi pubblici. In tale contesto ci si è soffermati sugli elementi di connessione e di autonomia esistenti tra politica ed amministrazione ed amministrazione e legge, definendo gli spazi di manovra entro i quali deve svolgersi l’attività amministrativa. Si è poi definito l’aspetto discrezionale, sia amministrativo sia tecnico, che differenziano ulteriormente l’attività amministrativa poiché riflette, sostanzialmente, le modalità concesse dalla legge all’amministrazione affinché questa sia in grado di tradurre la generalità ed astrattezza della norma, in concretezza, nell’ambito delle attività che quotidianamente si svolgono nella società civile. Un accenno è stato poi posto circa il sindacato sulla discrezionalità amministrativa e rilievo è stato dato ai principi di imparzialità e buon andamento attraverso l’analisi dell’art.97 della Costituzione.
La seconda parte del lavoro svolto ha riguardato, in modo particolare, gli aspetti della discrezionalità vista all’interno del procedimento amministrativo quale sede della celebrazione dell’azione amministrativa. Sono stati evidenziati i principi rilevanti nell’ambito dell’attività amministrativa, sostenendo l’importanza dell’istituzione della figura del responsabile del procedimento, con un approfondimento sull’istituto della conferenza dei servizi, quale momento di concertazione decisionale in un’ottica evolutiva dell’azione amministrativa, da circoscritta e delimitata in ambiti di competenza stretta e burocratizzata a momento di condivisione e di comparazione di interessi diversi. Non è stato omesso l’accenno alla partecipazione dei privati nel procedimento e quindi la capacità di questi di incidere nell’ambito del procedimento e del momento decisionale finale. Si è infine approfondito il coinvolgimento delle amministrazioni consultive all’interno del procedimento di formazione della volontà dell’amministrazione.
Il terzo capitolo è stato dedicato all’analisi dei contenuti della discrezionalità tecnica tentando di definire, inoltre, la connessione con l’attività del giudice amministrativo. Ci si è soffermati quindi sui motivi dell’istituzione della figura del consulente tecnico d’ufficio, delineandone i caratteri, le funzioni nell’ambito dell’istruttoria del procedimento accanto al giudice adito e le connesse responsabilità a cui è conseguentemente esposto.
Nel quarto ed ultimo capitolo sono stati posti in rilievo i vizi invalidanti dell’atto amministrativo. Dopo aver definito i caratteri di efficacia, validità, esecutorietà ed esecutività degli atti amministrativi ci si è soffermati sulle diverse forme di invalidità: parziale, derivata e successiva. Successivamente si è posto l’accento sulla natura dei vizi di merito e di legittimità dell’atto amministrativo, con definizione, nel caso di vizi di legittimità, delle tre categorie: incompetenza, violazione di legge ed eccesso di potere. Esaminando il vizio di eccesso di potere si è voluto dare, infine, una rappresentazione di quelle che sono definite come le “figure sintomatiche” esaminandone le peculiarità.

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1 Introduzione Con la presente ricerca, di tipo compilativo, ci si è posti due obiettivi: il primo, volto alla raccolta di una serie di elementi funzionali alla descrizione dello “stato dell’arte” inerente lo specifico carattere dell'azione amministrativa pubblica definito con il termine "discrezionalità"; il secondo, teso alla definizione delle c.d. patologie vizianti degli atti amministrativi, questi ultimi quali strumenti dell’esercizio del potere pubblico. Ciò tenendo in particolare considerazione le modifiche intervenute nel corpo della legge n.241 del 7 agosto 1990, "Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi", a seguito dell’entrata in vigore della legge n.15 dell’11 febbraio 2005. La ricerca svolta è stata diretta ad evidenziare gli elementi più rilevanti attinenti l’esercizio di quel potere attribuito dal legislatore all’apparato burocratico, volto alla tutela degli interessi premessi e definiti dall’assemblea dei rappresentanti dei consociati. Con particolare riferimento al carattere discrezionale dell’attività amministrativa, si precisa che l’interesse verso tale argomento nasce dalla consapevolezza che lo svolgersi quotidiano delle innumerevoli attività, nell’ambito del gruppo sociale di appartenenza, sia esso a livello nazionale che internazionale, determina, necessariamente, il possesso della capacità delle strutture burocratiche amministrative di farsi veri ed equilibrati interpreti di quei principi, quelle norme e di tutte quelle regole che sono poste al fine di permettere alla società odierna di sperare, per il futuro, nello sviluppo economico, sociale e politico favorevole agli individui che ne fanno parte. E’ indubbio, quindi, che nonostante siano spesso svolte critiche al sistema burocratico e politico, dovute con frequenza a fatti riconducibili a comportamenti individuali illeciti assolutamente censurabili, è un fatto che, nella società attuale, l’esistenza della connessione tra politica ed

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Informazioni tesi

  Autore: Ugo Mascetti
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2016-17
  Università: Università degli Studi Guglielmo Marconi
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Scienze dei servizi giuridici
  Relatore: Gabriele Pepe
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 104

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Parole chiave

amministrativo
amministrativa
discrezionalità
vizi
illegittimità
eccesso di potere
incompetenza
violazione di legge
discrezionale
figure sintomatiche

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