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L'autonomia finanziaria degli Enti Locali alla luce della riforma del titolo V della Costituzione

Questo lavoro si propone di trattare, un tema che negli ultimi anni ha assunto rilievo all'interno dell'organizzazione politica e istituzionale del Paese, e cioè, quello relativo alle forme di finanziamento delle autonomie locali.
Il profilo riguardato è costituito dal riconoscimento di una più ampia sfera di autonomia finanziaria a favore degli enti locali, la quale, modificando la capacità di determinazione nella tipologia delle risorse, ha contribuito ad innescare un processo evolutivo finalizzato a ridurre la dipendenza finanziaria dai “trasferimenti” dello Stato che, per molto tempo, hanno caratterizzato la finanza locale.
Il lavoro è sostanzialmente un'attività di ricerca storica dell'evoluzione del regionalismo, del concetto di autonomia e del federalismo fiscale in Italia fino al 2003.

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5 INTRODUZIONE Questo lavoro si propone di trattare, un tema che negli ultimi anni ha assunto rilievo all’interno dell’organizzazione politica e istituzionale del Paese, e cioè, quello relativo alle forme di finanziamento delle autonomie locali. Il profilo riguardato è costituito dal riconoscimento di una più ampia sfera di autonomia finanziaria a favore degli enti locali, la quale, modificando la capacità di determinazione nella tipologia delle risorse, ha contribuito ad innescare un processo evolutivo finalizzato a ridurre la dipendenza finanziaria dai “trasferimenti” dello Stato che, per molto tempo, hanno caratterizzato la finanza locale. Il tema, viene esaminato alla luce delle recenti riforme operate attraverso la legge costituzionale n. 3/2001, che sembra esprimere l’elemento di raccordo necessario ad assicurare armonia agli innumerevoli tentativi di riforma (attuati con leggi ordinarie), volti a riconoscere la piena autonomia degli enti locali. L’attenzione viene incentrata sugli enti locali (in particolare su Comuni e Province), poiché, rappresentando gli enti più vicini alla collettività amministrata, costituiscono i destinatari del progetto che, in base al principio di sussidiarietà, il legislatore di riforma costituzionale intendeva realizzare, ovvero un il decentramento in capo a tali livelli di governo, di funzioni e competenze necessarie alla cura di interessi pubblici nell’evidente intento di cogliere direttamente e più agevolmente le aspettative delle collettività medesime. A tal proposito, uno degli obbiettivi prioritari della riforma costituzionale, è stato proprio il riconoscimento sempre più deciso del “principio di sussidiarietà” (inizialmente contenuto nella l. n. 59/97), al quale, occorreva attribuire un carattere costituzionale. Per cui, la configurazione dei rapporti fra Stato, Regioni ed enti locali, implementata dal modello di decentramento “sussidiario”, appare come una delle componenti fondamentali a cui fare maggiormente riferimento nel tentativo di svolgere questo lavoro di tesi. Tuttavia, il decentramento amministrativo, da solo, non assumerebbe alcun valore istituzionale se esso non venisse accompagnato dal riconoscimento all’ente locale di una

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