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L’insegnamento dell’italiano L2 e la dislessia evolutiva - Metodi e tecniche per una didattica finalizzata

Il presente lavoro vuole essere una finestra sui problemi posti dalla dislessia nell'insegnamento della lingua straniera, e in particolare nell'ambito della didattica dell'Italiano L2.

Dopo una breve introduzione sui disturbi specifici dell'apprendimento e un focus sulla dislessia, vediamo quali sono le disposizioni di legge vigenti in merito alla questione, per concludere con una sezione più pratica dedicata all'analisi di materiali realizzati appositamente per la didattica della lingua straniera a studenti dislessici.

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1 Introduzione « Fermé à l'arithmétique d'abord, aux mathématiques ensuite, profondément dysorthographique, rétif à la mémorisation des dates et à la localisation des lieux géographiques, inapte à l'apprentissage des langues étrangères, réputé paresseux (leçons non apprises, travail non fait), je rapportais à la maison des résultats pitoyables que ne rachetaient ni la musique, ni le sport, ni d'ailleurs aucune activité parascolaire. » Daniel Pennac, Chagrin d’école, 2007 L’infelice esperienza scolastica di Daniel Pennac è uno dei numerosi esempi di menti brillanti che hanno faticato ad affermarsi a causa delle metodologie didattiche convenzionali, inadatte al loro stile di apprendimento. Pennac, classe 1944, rinomato professore presso l’Università di Nizza e scrittore pluripremiato, ha un disturbo specifico dell’apprendimento: è dislessico. Accanto a lui possiamo elencare molti altri nomi noti al largo pubblico per opere e imprese compiute nei secoli, che sono - o erano - dislessici. Per alcuni di questi personaggi, vissuti in epoche in cui questo disturbo non era ancora scientificamente riconosciuto, non si può avere l’assoluta certezza di una diagnosi di dislessia, ma esistono numerose prove a sostegno di quest’ipotesi (AID o.l.). Per dare un’idea della diffusione del disturbo specifico della letto-scrittura e per mostrare come questo deficit non precluda il raggiungimento di alti obiettivi, citiamo solo alcuni dei grandi che hanno fatto la storia nonostante la loro dislessia: accanto ad artisti come Beethoven, Mozart, Michelangelo, Picasso, Van Gogh e Warhol, abbiamo scrittori quali Andersen, Bolaño, Lewis Carroll, Agatha Christie, Hugo, Verne e Zola. Ma possiamo nominare anche grandi attori della scena politica mondiale come Napoleone Bonaparte, o, più vicini a noi, George Washington e Winston Churchill. Anche il mondo della scienza è costellato di grandi menti che non si sono lasciate ostacolare dalla loro dislessia, tra cui Galileo Galilei, Leonardo Da Vinci, Charles Darwin, Isaac Newton, Pasteur e perfino Albert Einstein. Concludiamo elencando solo altre tre personalità che hanno apportato e continuano ad apportare al mondo contemporaneo innovazioni dettate dal loro genio: Walt Disney, Steve Jobs e Nikola Tesla. Come abbiamo visto, la dislessia – diagnosticata o meno – accomuna tutti questi nomi, tutti questi personaggi che hanno, ognuno nel proprio campo, lasciato il segno nella storia dell’uomo. Questi illustri esempi avvalorano l’ipotesi di chi sostiene che nonostante la dislessia crei difficoltà in certe aree cognitive, i dislessici siano solitamente dotati di una sensibilità artistica, di intuito, di coordinazione e di empatia in modo superiore alla media. Uno degli ostacoli più grandi che il soggetto dislessico incontra solitamente è la mancanza di fiducia in se stesso, causata dal peso che assume in età scolare l’abilità di scrittura: il disturbo

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