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L'abuso sessuale nelle persone disabili

L’abuso fisico, psicologico e sessuale ha conseguenze che possono essere devastanti dal punto di vista psicopatologico. Tali conseguenze variano molto a seconda delle modalità con cui esso viene perpetrato sulla vittima. Ha conseguenze più gravi se è reitereato negli anni, se viene accompagnato da comportamenti violenti da parte del molestatore e, infine, se incontra il silenzio e l’indifferenza delle persone che stanno intorno alla vittima. In particolare l’abuso sessuale perpetrato da un padre nei confronti della figlia oltre ad essere la più frequente forma di abuso è anche la più odiosa sia per il tipo di relazione che intercorre tra aggressore e vittima sia perchè molto spesso è agevolato dall’omertà e dal silenzio degli altri familiari, in particolare la madre.
Relativamente allo specifico delle persone disabili, possiamo affermare che l’idea secondo la quale le persone potratrici di handicap siano in qualche modo escluse dal rischio di subire abusi è soltanto un mito, dato che in realtà esso, in questa popolazione, ricorre molto più frequentemente che nella popolazione delle persone che non hanno handicap.
L’incidenza maggiore è spiegata da diversi fattori che rendono le persone disabili molto più vulnerabili all’abuso: l’isolamento sociale, l’educazione che spesso li porta a reprimere la loro capacità di essere assertivi, la mancanza di educazione sessuale, la scarsa considerazione riservata alle testimonianze delle persone con ritardo mentale relativamente agli abusi subiti. Altri fattori sono da individuare nella ricerca di soluzioni al bisogno di sessualità delle persone con handicap che ha creato il mito della legittimità del rapporto sessuale tra genitori e figli disabili nonchè nella diffusione del fenomeno del devotismo. Fenomeno che tra le altre cose implica che sotto una relazione genuina e sincera si celi in realtà una sorta di feticismo per i deficit e le menomazioni. Un inganno così odioso che può essere vissuto come una forma di abuso sessuale.
Alla luce di queste evidenze empiriche è necessario riconsiderare le ipotesi circa i comportamenti devianti e psicopatologici che si possono riscontrare in alcune persone con handicap e che vengono quasi sempre ritenuti sintomi sindrome-specifici.
Per prevenire l’abuso e le sue conseguenze, è importante creare servizi che diano contemporaneamente informazioni di educazione sessuale alle persone disabili, ai loro familiari e agli operatori. Ma questo processo di educazione sessuale è inscindibile dall’elaborazione dei vissuti emotivi legati alla disabilità e alla sessualità.

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4 Capitolo I - L’abuso sessuale: un inquadramento teorico. § 1.1 Le definizioni. Si definisce abuso sessuale infantile ogni attività sessuale in cui viene coinvolto un minore incapace di un libero e cosciente consenso (Petruccelli, 2002). Si concretizza, quindi, una situazione di abuso sessuale su minore ogni volta che:  Un/a bambino/a sia sfruttato/a per la gratificazione di un adulto;  Ogni volta che il minore non sia libero di scegliere se intraprendere attività sessuali con l’adulto a causa di una rilevante differenza di età o a causa del ruolo che ricopre l’adulto e per l’autorità che viene conferita da tale ruolo;  Ogni volta che l’adulto sia una persona che ha un ruolo significativo nell’ambiente familiare del minore. Non è quindi necessaria la violenza e la coercizione ottenuta con la forza fisica perché si concretizzi una situazione di abuso. D’altra parte un quadro di “violenza generalizzata” è spesso associato e concorre a determinare, come vedremo nei prossimi capitoli, il quadro psicopatologico che potenzialmente può sviluppare la vittima. Tale quadro di abuso comprende sia gli atti, fisici, psichici e sessuali subiti dalla vittima, sia le carenze di cure che minano lo sviluppo fisico, psicologico e intellettivo del minore stesso. Secondo Montecchi le forme di abuso possono essere le seguenti:  Abuso fisico (maltrattamenti e violenze fisiche);  Abuso psicologico: omissione di attenzioni, insulti, atteggiamenti denigratori e svalutanti;  Trascuratezza e incuria;  Ipercura: il caso più eclatante è la Sindrome di Munchausen per Procura che consiste nell’intenzionale simulazione da parte del genitore di sintomi nel bambino o addirittura nell’induzione di sintomi reali attraverso la somministrazione di sostanze

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Informazioni tesi

  Autore: Lelio Bizzarri
  Tipo: Tesi di Master
Master in Master Esperienziale in Gestalt Counseling
Anno: 2006
Docente/Relatore: Anna Capponi
Istituito da: Scuola Superiore Europea di Counseling Professionale ASPIC
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 75

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