L’ombra di Yalta sugli anni di piombo: le origini del fenomeno brigatista nel contesto italiano ed internazionale
Dalla destituzione di Kruscev nel 1964 l’Unione Sovietica iniziò - soprattutto a livello ‘non ufficiale’ - una politica maggiormente aggressiva nei confronti dei paesi occidentali, con un ricorso più intensivo alle così dette ‘covered operations’. In questo quadro possono inserirsi, alla luce dei documenti desecretati negli ultimi anni nell’ex Unione Sovietica ma anche nel nostro paese, tutta una serie di accadimenti verificatisi a partire dalla fine degli anni ’60. Ma queste operazioni, il più delle volte delegate dal KGB ai servizi dei paesi del Patto di Varsavia, riguardavano anche i Partiti comunisti in odore di ortodossia, com’era considerato il Partito comunista italiano - a quanto emerge dalle testimonianze - già a partire dalla metà degli anni ’50; le ‘misure attive’ venivano attuate, oltre che mediante l’infiltrazione di agenti, anche sotto la forma di veri e propri “avvertimenti”. In questo contesto devono dunque essere inquadrati tre degli accadimenti che hanno caratterizzato gli anni tra il 1968 ed il 1973: il sorgere dei primi gruppi terroristici in Italia (GAP e BR), l’attentato al traliccio di Segrate (che doveva servire a interrompere l’elettricità al congresso del PCI) cui perse la vita Giangiacomo Feltrinelli, l’incidente in auto occorso ad Enrico Berlinguer a Sofia nel 1973.
Nel 1969, quando Berlinguer era stato eletto vicesegretario del PCI, era già operante una vera e propria alleanza tra la giovane leva di rivoluzionari formatasi con le lotte del ’68 e le rivendicazioni dell’autunno caldo ed il vecchio zoccolo duro ‘stalinista’ interno al PCI, rappresentato da Pietro Secchia e controllato direttamente dal KGB. La saldatura tra le due generazioni avvenne proprio con il tramite di Feltrinelli, che grazie al suo passato di interno all’Apparato di vigilanza ed ai suoi contatti internazionali (Cuba, Cecoslovacchia, URSS), rappresentò un vero e proprio centro nella nascita del partito armato. Il nemico comune, il punto di saldatura fu, ovviamente, il revisionismo del PCI di Enrico Berlinguer.
Il fine della ricerca è dunque inserire la nascita delle Brigate Rosse all’interno di un contesto più ampio di quello fino ad oggi considerato (e che guarda caso poggia solo ed unicamente sulle ricostruzioni offerte dagli ex BR): la guerra fredda.
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Informazioni tesi
Autore: | Roberto Bartali |
Tipo: | Tesi di Dottorato |
Dottorato in | Scuola di Dottorato in Scienze Giuridiche, Storiche e Sociali Sezione Teoria e Storia della modernizzazione e del cambiamento sociale in età contemporanea |
Anno: | 2008 |
Docente/Relatore: | Paul R. Corner |
Correlatore: | AldoGiannuliLorenzoBertuccelli |
Istituito da: | Università degli Studi di Siena |
Dipartimento: | Scienze Giuridiche, Storiche e Sociali |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 512 |
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