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Corruzione e capitalismo clientelare nell'Africa subsahariana

Il capitalismo, che si è sviluppato nel corso dei secoli, ha assunto spesso le forme del capitalismo clientelare, un sistema economico profondamente distante dal libero mercato e dalla concorrenza. Noam Chomsky (2008) sostiene che il capitalismo è clientelare per sua stessa natura, affermando che esso consiste in un gioco di favori ed influenze reciproche tra il settore economico e quello politico.
Adam Smith (1776), riferendosi all’Inghilterra, affermava che già nel passaggio dall’economia feudale al mercantilismo i rapporti tra economia e Stato si erano perfettamente conservati per volere dei mercanti e dei manifatturieri, a discapito degli interessi dei consumatori. Il capitalismo clientelare è caratterizzato dalla collusione tra attori economici e politici, o dell’amministrazione pubblica in genere, i quali instaurano un sistema di favoritismi e scambi.
Nella pratica questo fenomeno si traduce in sovvenzioni governative, sgravi fiscali, distribuzioni di licenze ed altri favori. Talvolta questa collusione prende il nome di “regulatory capture” (“cattura normativa”) per la quale il mondo degli affari ha un forte ed ovvio interesse nel controllare tutto ciò che ha un potere su di esso.

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CAPITOLO I - INQUADRAMENTO GENERALE 1.1 LO SVILUPPO ECONOMICO In ambito economico, lo sviluppo, inteso come accrescimento nel tempo di una entità visibile o percepibile può assumere tre significati: la crescita, la trasformazione strutturale e il miglioramento del benessere collettivo (V olpi, 2007). Per crescita economica si fa riferimento generalmente ad un aumento della produzione e del reddito di un Paese, misurabile attraverso il Prodotto Interno Lordo (PIL) o il Prodotto Nazionale Lordo (PNL). Questa soluzione non è priva di inconvenienti e difficoltà. In primo luogo può essere difficile fornire rilevazioni complete a causa del fenomeno dell’economia sommersa. Per i Paesi in Via di Sviluppo (PVS) e i Paesi Sottosviluppati questa difficoltà è particolarmente evidente dato che la gran parte dell’attività produttiva è destinata all’autoconsumo o non viene registrata ufficialmente 1 . Va inoltre considerato che il PIL valorizza i servizi pubblici, per i quali è spesso impossibile trovare dei prezzi di mercato, al loro costo, e dunque indipendentemente dai benefici per la popolazione. Poiché i servizi pubblici possono assorbire una quota molto rilevante dell’economia, si tratta di un’approssimazione rilevante. Per tenere conto del diverso livello dei prezzi e della differente popolazione residente nei vari paesi è usuale confrontare il PIL pro capite a parità di potere d’acquisto (PPA) mentre il tasso di crescita del PIL (o del PNL) può fornire indicazioni utili nel breve periodo, nonostante non fornisca informazioni sulla distribuzione del reddito. Per trasformazione strutturale s’intende un mutamento della produzione caratterizzato dall’innovazione dei diversi settori economici che si sostituiscono a quelli preesistenti. In genere gli economisti adottano questo termine riferendosi al passaggio da una “economia tradizionale”, in cui il settore prevalente è quello agricolo, ad una “economia moderna” in cui prevale prima il settore industriale e 1 Il PIL non considera i beni e servizi prodotti che non transitano per il mercato. Nei PVS, tende ad essere ampia la produzione agricola che viene consumata dalla stessa famiglia produttrice; nei paesi avanzati è rilevante la quota di servizi casalinghi (“house work”) e di cura (“child care”).

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