User Experience in Ambito Mobile
Il progresso delle tecnologie mobili, segnata dal lancio del primo iPhone nel 2007, ha guidato la crescita nel mercato degli smartphone, un mercato da 366,3 milioni di unità all’anno. La successiva creazione di App Store, il marketplace firmato Apple per applicazioni mobili che funzionano con i dispositivi designed in Cupertino, e lo sviluppo di soluzioni analoghe da parte dei competitor ha portato alla semplificazione della commercializzazione di applicazioni (parola spesso abbreviata usando il neologismo app) rendendo facile raggiungere un pubblico molto vasto in pochissimo tempo, inoltre lo sviluppo di linguaggi di programmazione sempre più semplici, unito alla creazione di IDE che aiutano molto lo sviluppatore, ha reso accessibile lo sviluppo di app anche a singoli individui, giovani studenti ed in genere a tutti. Il numero di applicazioni disponibili sui principali store sono sempre aumentate, a titolo esemplificativo al lancio di App Store si contavano sole 500 app, che poi sono diventate 300’000 nel 2010, fino a superare, oggi, i 4 milioni.
Tuttavia molte delle applicazioni sul mercato soffrono di una scarsa esperienza utente. Dei 4 milioni di app disponibili una esigua percentuale realizza più del 90% dei 170 miliardi di downloads annui. Secondo una ricerca del Politecnico di Milano in media un utente ha scaricato circa 22 applicazioni sul proprio dispositivo e ne utilizza effettivamente solo 12, un numero già basso che scende ulteriormente a 9 se si considerano i programmi lanciati nel corso dell’ultimo mese e mediamente in un giorno se ne usano appena 4. Per questo motivo il tema della User Experience nell’ambito delle applicazioni mobile, soprattutto per i grandi publisher, al giorno d’oggi è quantomai sentito.
Negli ultimi anni User Experience ha trasceso interazioni semplici all'interno di ambienti informatici ed è utilizzato come qualificatore per varie esperienze online e offline, che vanno dalle interazioni da persona a persona, come il servizio clienti, nonché prodotti analogici come l’automobile. Molte aziende oggi hanno team e dipartimenti User Experience e il termine ha assunto un significato più ampio.
In questo lavoro di tesi ho voluto analizzare le tecniche utilizzate, il processo e definire l’identikit della figura dello User Experience Designer.
Il processo di UX design è un lavoro complesso che mette in gioco oltre che competenze tecniche di tipo analitico e applicativo, anche competenze che afferiscono alla sfera relazionale, la figura di UX designer richiesto dal mercato, fa dell’empatia un mindset, un valore culturale e trasferisce i suoi valori al prodotto finale che, oltre a rispondere ad esigenze sempre crescenti in termini di innovazione, è sempre più orientato a soddisfare esigenze reali e desideri concreti degli utenti.
L’UX designer può avere forti radici nel graphic design o nel design industriale ma può provenire anche dal settore delle scienze cognitive. Nel mondo francofono in particolare, la quasi totalità degli “UX” ha un background accademico in psicologia e raramente proviene dal mondo tecnico delle arti grafiche o dell’ingegneria; ma nella sua più pura accezione è una figura che lavora ad alto livello di astrazione. Ha il “quadro completo” del progetto e spesso è il depositario della vision del prodotto ed è incaricato di trasferirla a tutto il team di sviluppo.
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Informazioni tesi
Autore: | Vittorio Stile |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2019-20 |
Università: | Università degli Studi Guglielmo Marconi |
Facoltà: | Ingegneria |
Corso: | Ingegneria industriale |
Relatore: | Massimiliano Lunghi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 128 |
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