Problematiche nella caratterizzazione tribologica delle superfici funzionanti di contatto in una sospensione motociclistica

INTRODUZIONE Lo studio tribologico di un contatto nasce per rispondere alle esigenze ingegneristiche di sviluppare, in maniera più efficiente possibile, il moto relativo tra due superfici in termini di risparmio energetico e d’usura delle superfici. Nello studio tribologico di un contatto vengono sfruttate molte conoscenze in diversi campi ingegneristici, infatti un contatto tribologico racchiude conoscenze di natura chimiche, meccaniche, elettriche… Analizzando una sospensione anteriore motociclistica ci si accorge della presenza di molti contatti al suo interno, però si vedrà, che solo quei contatti chiamati funzionali rispecchiano le caratteristiche richieste per classificare il contatto come tribologico. Nella pratica sono presenti molte possibilità di soluzioni tribologiche e ogni soluzione trovata verrà analizzata spiegando le caratteristiche che la descrivono con particolare attenzione allo studio dell’attrito e dell’usura. Dalle varie soluzioni ci si accorgerà di quali non siano proponibili o non realizzabili per risolvere o migliorare i contatti tribologici presenti nella sospensione anteriore. Le soluzioni scelte come possibili verranno poi analizzate più in dettaglio e si cercherà di capire come possano influenzare il funzionamento della sospensione. Poiché in ingegneria si cerca sempre di abbinare modelli teorici di simulazione a modelli reali di simulazione, verrà studiata la Stribeck curve (come modello teorico) e diversi metodi di test in laboratorio (come modelli reali) per la determinazione dell’attrito e dell’usura nel contatto tribologico. Arrivando a vedere che una simulazione teorica richiede per la sua risoluzione, l’aiuto di test fatti in laboratorio, per determinare alcuni dati di input. La Stribeck curve è poi stata implementata in MATCAD(12) per avere con diversi dati di input, cioè analizzando casi diversi di progettazione, il regime di lubrificazione presente in esercizio e i diversi valori del coefficiente d’attrito. 1