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Potenzialità dei biocombustibili solidi nelle province italiane

Lo studio si propone di valutare la potenzialità delle biomasse presenti nelle regioni italiane, utilizzabili per la produzione di energia elettrica.
A tal fine lo studio offre una metodologia informatizzata che, sulla base di una preliminare valutazione dei quantitativi delle biomasse considerate presenti sul territorio di indagine , conduce altra alla densità della dispnibilità di biomassa anche alla determinazione del numero e delle caratteristiche fondamentali degli impianti che potrebbero essere realizzati, valutandone anche la relativa convenienza economica.
E' stata così costituita la banca dati biomassa per tutte le province italiane, per determinare a partire da dati statistici ufficiali della disponibilità e sul potenziale energetico della biomassa.Inoltre è stata anche calcolata anche la CO2 evitata.
L'estrema sintesidei risultati ottenuti conduce a stabilire che, a livello nazionale, la biomassa vegetale complessivamente disponibile ogni anno per conversioni energetiche supera il valore di 24 Mt/anno di sostanza secca.

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3 Premessa A seguito della Conferenza di Kyoto appare evidente che il ricorso all’uso sempre più diffuso delle fonti di energia rinnovabili si impone come scelta decisiva per la riduzione ed il contenimento dei cosiddetti gas ad effetto serra (CO 2 , CH 4 , N 2 O, HFC, PFC, SF 6 ). D’altra parte, la domanda di energia è destinata a crescere nei prossimi anni a causa del ritmo di sviluppo dei Paesi Emergenti e per l’aumento della popolazione mondiale. Alcune stime indicano che i consumi energetici mondiali potrebbero triplicare entro i primi decenni del 2000. Il problema di fondo appare non tanto legato alla reperibilità delle risorse energetiche, quanto agli effetti sull’ambiente di un loro uso incontrollato. Gli interventi tesi alla diffusione delle fonti di energia di tipo rinnovabile, appaiono una scelta obbligata per i Paesi ad economia avanzata come pure per i Paesi Emergenti, caratterizzati da elevate curve di crescita della domanda energetica. L’Italia, nell’ambito della decisione del Consiglio dei Ministri dell’ambiente dell’UE del 17 giugno 1998, si è impegnata a ridurre del 6,5% le proprie emissioni di gas serra rispetto al 1990, corrispondenti ad una riduzione di oltre 100 milioni di tonnellate equivalenti di CO 2 . La delibera CIPE del 19 novembre 1998 ha valutato in circa 20 milioni di tonnellate equivalenti di CO 2 la quota relativa alla produzione di energia da fonti rinnovabili, di cui circa 10 milioni dovrebbero essere imputati alla produzione di energia elettrica da biomasse. Un’altra quota significativa, pari a circa 6 milioni di tonnellate equivalenti di CO 2 , dovrebbe derivare dall’uso di circa 2 Mtep di biocombustibili, di cui 1,5 Mtep come biodiesel da coltivazioni oleaginose e 0,5 Mtep come etanolo, che potrebbero essere ottenuti da circa 0,75 Mt di alcol da miscelare come ETBE (al 47% di etanolo in peso) alla benzina. Complessivamente, per la produzione dei biocombustibili dovrebbe essere necessario destinare a specifiche coltivazioni energetiche circa 1,6 milioni di ettari di superficie agricola da recuperare in gran parte dai terreni agricoli seminativi (circa 9 milioni di ettari). L’interesse dell’Italia verso lo sfruttamento delle biomasse è inoltre giustificato dalle seguenti ragioni: - produzione energetica fortemente deficitaria: l’Italia importa oltre l’80% del suo fabbisogno energetico primario, di cui circa il 15% come energia elettrica;

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