Comportamento ambientale dei diserbanti utilizzati in risaia
L’agricoltura di tipo intensivo, mira a massimizzare le rese produttive delle colture facendo ampio ricorso, tra le altre cose, all’uso di fertilizzanti e di agrofarmaci. Proprio questi ultimi possono, in determinate circostanze, arrecare ingenti danni all’ambiente circostante a seguito del loro allontanamento dall’area del trattamento.
La sperimentazione condotta ha avuto l’obiettivo di studiare nel triennio 2007-2009 il destino ambientale dell’oxadiazon un erbicida di pre-semina, impiegato su gran parte della superficie a riso italiana, per il controllo delle infestanti Pontederiacee.
Lo studio ha previsto la realizzazione di tre parcelle di 1840 m2 gestite nel seguente modo:
- Lavorazione autunnale del terreno e semina della coltura su risaia sommersa (AUT)
- Apporto di liquami, aratura autunnale e semina su risaia sommersa (LIQ)
- Aratura primaverile del suolo e semina su risaia asciutta (ASC)
Il monitoraggio è stato eseguito prelevando all’interno di ogni camera sia campioni di suolo che campioni di acqua di sommersione per ogni data di campionamento. Nei tre anni considerati la concentrazione di oxadiazon riscontrata nelle acque di sommersione delle parcelle AUT e LIQ, ha dimostrato di ridursi rapidamente nel corso dei primi giorni successivi al trattamento. Nella parcella ASC, dove la ritardata sommersione della parcella ha consentito di prelevare dei campioni di acqua solo dopo circa 40 giorni dall’esecuzione del trattamento erbicida, è stata riscontrata una maggior concentrazione di erbicida nell’acqua rispetto alle altre parcelle AUT e LIQ, alla stessa epoca di campionamento. Nello studio è stato possibile osservare che nei primi 2 giorni dopo il trattamento nelle parcelle AUT e LIQ si è determinata una significativa mobilizzazione dell’oxadiazon dalle zone più vicine alle bocchette di ingresso dell’acqua, a quelle localizzate in corrispondenza delle bocchette d’uscita, evidenziando un sensibile rischio di contaminazione della rete irrigua nei primi giorni dopo il trattamento. Il monitoraggio sulle acque in ingresso è stato eseguito, nei primi due anni di sperimentazione, solo in occasione dei prelievi di acqua di sommersione, mentre nel 2009 ha riguardato campioni prelevati con cadenza quotidiana durante i primi 64 giorni dopo il trattamento.
Le analisi effettuate sui campioni di suolo prelevati un giorno prima del trattamento erbicida hanno fatto registrare una significativa presenza di residui dell’erbicida derivanti dal trattamento realizzato nella precedente stagione colturale. In particolare, nella parcella ASC, la concentrazione di oxadiazon riscontrata nel suolo è risultata, nel triennio, mediamente del 50% superiore rispetto a quella rilevata nelle parcella AUT e LIQ. La ritardata immissione dell’acqua nella parcella ASC ha verosimilmente determinato una ridotta mobilizzazione della molecola sia nelle acque di sommersione che lungo il profilo del suolo, determinando un maggior accumulo della molecola erbicida nei primi strati di suolo.
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Informazioni tesi
Autore: | Dario Astori |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Torino |
Corso: | Scienze e tecnologie agrarie, agroalimentari e forestali |
Relatore: | Aldo Ferrero |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 129 |
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