Telelavoro e occupazione
Parlare di TL quale novità organizzativa non è un argomento a sé ma affonda le proprie radici culturali, oltre che tecniche, nei significativi mutamenti storici avvenuti in un ormai superato sistema produttivo, il quale aveva imposto i propri ritmi e i propri valori al mercato ma che in seguito ha subito le conseguenze delle trasformazioni qualitative dei fattori produttivi (lavoro e capitale) e del mercato stesso, discese direttamente dai riflessi economici del progresso tecnico.
In sostanza oggi si cerca di abbattere la staticità della razionalità taylorista con la pratica del miglioramento continuo. Il miglioramento continuo ed il controllo di qualità incorporato nel processo implicano l’esigenza di ampie competenze e di un’alta flessibilità dell’uomo, la cui cooperazione è fondamentale per il raggiungimento di un target di qualità.
La rapidità di rinnovamento dell’ICT influenza radicalmente le abitudini di vita e di lavoro della collettività, fino a destrutturarle nei modi e nei tempi imposti dal precedente paradigma fordista. Poiché il TL deve la propria esistenza al progresso tecnico nelle Nuove Tecnologie Dell’Informazione e della Comunicazione (NTIC), esso rientra nello studio teorico degli effetti delle innovazioni sulla distribuzione del reddito nazionale circa la diffusione o concentrazione di ricchezza, oltre che nell’interpretazione dei possibili effetti sull’occupazione.
Se esso produce disoccupazione tecnologica, nell’accezione classica, questa ha connotati keynesiani o piuttosto strutturali?
Solo attraverso l’uso delle nuove tecnologie informatiche è possibile alle imprese sostenere i livelli di competitività richiesti dalla globalizzazione, nonché mantenere i redditi necessari alla creazione di margini per nuovi investimenti, necessari per tenere il passo con il progresso tecnico. Tutto il processo è legato alle autonome decisioni degli operatori, lasciando ben poco spazio ai neoclassici automatismi del mercato, per altro irrigidito, specie in Italia, da vincoli sindacali, giuridici e di mobilità interna ed esterna del lavoro.
Fattori economici quali incremento della domanda, aumento del costo del lavoro relativamente alla produttività, impongono oggi l’introduzione delle innovazioni informatiche alle imprese che ricercano la competitività su scala planetaria. Un calo del prezzo dei fattori che producono la nuova tecnologia ne accresce le richieste di implementazione, con effetti positivi, nel caso dell’ICT, sulle industrie produttrici delle NTIC e sui settori di R&S nelle nuove tecnologie di comunicazione.
Il TL beneficia di tali progressi. Il TL rientra sia nella ricerca di competitività da costi, poiché rende il lavoro dipendente meno rigido nei luoghi e nei tempi, sia nella competitività derivante dalle
innovazioni di prodotto.
Importante è fissare l’attenzione non tanto sulle caratteristiche di sostituibilità che il progresso product innovating nelle NTIC genera, quanto piuttosto sulla loro capacità di creare una domanda di mercato prima inesistente o nel soddisfare una domanda potenziale chiusa nei vincoli dell’offerta. In questo modo vengono alla luce le caratteristiche di job creation del TL che, attraverso l’uso di strutture multimediali avanzate, realizza un’offerta eterogenea e di qualità, in forza anche della presenza di risorse umane preparate nell’uso della nuova tecnologia e autonome nel gestire il proprio lavoro.
La distinzione fondamentale qui presa in considerazione è tra due forme di progresso tecnico: il “process innovating”, che mira sostanzialmente a rendere più efficiente la produzione e che, nel nostro caso, abbiamo abbinato alle forme di TL più semplici, ed il “product innovating” che invece consente di offrire nuovi e migliori prodotti e caratterizza le forme avanzate di TL interattivo (nel caso delle NTIC vengono toccati entrambi i tipi di innovazione).
Gli alti ritorni economici previsti per Internet e il suo indotto, insieme alla convergenza europea sui dati di Maastricht, alimentano attese positive sui benefici finanziari provenienti da investimenti nell’ICT, in capitale umano e nella fornitura di servizi avanzati in rete, oltre ai servizi interattivi per le famiglie ancora non adeguatamente sostenuti dall’odierna struttura tecnologica ma comunque potenzialmente molto proficui come mercato.
Tali attese positive si scontrano però con i vincoli dell’offerta, che pongono l’attenzione sull’accumulazione di capitale fisico, la cui struttura si rivela inadatta al pieno impiego della forza lavoro disponibile; occorre sottolineare tuttavia che, oggi in particolare, è la stessa struttura formativa del capitale umano a vincolare il futuro dell’occupazione, non essendo adeguatamente preparata a seguire i cambiamenti imposti dall’ICT.
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Informazioni tesi
Autore: | Roberto Spagnuolo |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1996-97 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia e Commercio |
Relatore: | Luigi Frey (economia del lavoro) |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 129 |
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