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Il controllo economico di gestione nelle aziende sanitarie

L’operato delle Unità Sanitarie Locali, è stato oggetto di animati dibattiti e feroci critiche. Nei cittadini-utenti si sono ingenerate una profonda insoddisfazione e una rassegnata sfiducia nei confronti della sanità pubblica, ed inoltre la gestione del Servizio Sanitario Nazionale si è costantemente svolta in condizioni di squilibrio finanziario, chiamando l’erario a progressivi interventi di copertura. In tale contesto si inserisce il decreto legislativo 502/92 che ha innovato profondamente, nei tratti istituzionali e nei principi ispiratori, il Servizio Sanitario Nazionale, nel nostro paese.
Ci si propone allora di studiare questo processo di cambiamento e di evoluzione che si presenta subito come complesso, articolato, difficoltoso. Si comincia nei primi due capitoli tracciando il percorso logico della riforma e riassumendo le concrete innovazioni normative che ha portato con sè.
Fanno con decisione il loro ingresso, nell’ambito della gestione della produzione ed erogazione di un servizio pubblico di grande peso sociale come la sanità, principi quali “efficienza”, “efficacia”, “economicità”, “qualità”. Non si vuole tagliare indiscriminatamente la spesa, semmai si intende riqualificarla, responsabilizzando i dirigenti del settore sui risultati, focalizzando l’attenzione sui costi, impostando un sistema di pianificazione e programmazione a livello nazionale e soprattutto regionale che sia capace di perseguire la tutela pubblica della salute, non più ad ogni costo, ma compatibilmente alle risorse disponibili. Allo scopo di conferire a strutture e dirigenti del settore un’autonomia proporzionata alle responsabilità di cui dovranno farsi carico, si è conferita alle USL e agli Ospedali di maggiore rilevanza, una personalità giuridica di diritto pubblico, nel contesto di un processo definito di “aziendalizzazione” delle struttura sanitarie. Per tale motivo la “nuova sanità” deve costruttivamente appropriarsi di pratiche e principi di economia aziendale, applicandoli alla propria peculiare natura, ai particolari fini istituzionali cui è preposta, agli specifici assetti organizzativi del Servizio Sanitario Nazionale. Se si vogliono rispettare i principi sopra menzionati, si dovranno utilizzare degli strumenti di controllo di gestione, mezzi a disposizione del management che hanno dimostrato un indiscusso valore nell’ambito della gestione delle aziende private, e che adesso diventano indispensabili anche per le aziende sanitarie. L’introduzione di una contabilità dei costi è oggi un obbligo di legge per le strutture di produzione ed erogazione dei servizi sanitari, è opportuno, pertanto, descrivere le logiche, gli scopi, le impostazioni di tale metodologia, così come si sono consolidate in economia aziendale, e, nel contempo, passo per passo, individuare le condizioni, le particolarità, le difficoltà da fronteggiare per un adattamento coerente alla realtà delle aziende sanitarie.
La tappa successiva nell’iter logico di impianto di un sistema di controllo di gestione è rappresentato dall’introduzione di un completo sistema budgettario, operazione per la quale la maggior parte delle aziende sanitarie non si è ancora adoperata con serietà e tempestività. A tal proposito si descriveranno alcune proposte rilevanti che sono scaturite da studi e sperimentazioni avviate, in alcune Regioni, su delle USL campione.
Analogamente, si sono manifestati degli sforzi, da parte di un Istituto di Credito quale “Mediobanca”, protesi alla predisposizione di un sistema completo di indicatori di efficienza e di economicità per le aziende sanitarie. Inoltre, si descriverà anche la metodologia di raccolta e comunicazione dei dati provenienti dal sistema informativo, esplicitando le caratteristiche generali di un sistema di reporting e prefigurandone una versione applicata alle aziende sanitarie.
Nodo focale della riforma del Servizio Sanitario Nazionale è l’abbandono del vecchio sistema di finanziamento delle strutture erogatrici per mezzo del rimborso delle spese sostenute ''a piè di lista”. Ai fini di contenere la spesa e creare un mercato competitivo del “prodotto sanitario” si è introdotto un sistema di finanziamento basato sulla singola prestazione effettivamente erogata, da remunerare in base ad una gamma di tariffe prestabilite dalle Regioni. Per supportare questo nuovo metodo si è accolto un sistema di classificazione delle prestazioni sanitarie proveniente dagli Stati Uniti, il sistema dei DRGs.
La necessità degli ospedali, realtà complesse con produzione differenziata, di conseguire adeguati livelli di efficienza, orienta molti studiosi a suggerire l’adozione da parte di tali aziende sanitarie di nuove metodologie di gestione e di contabilità (Activity Based Costing), non più focalizzate su unità organizzative e cen

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Premessa Premessa L’operato delle Unità Sanitarie Locali, cui è affidata la gestione pubblica diretta dell’assistenza sanitaria sin dalla fine degli anni ’70, è stato oggetto di animati dibattiti e feroci critiche. Nei cittadini-utenti si sono ingenerate una profonda insoddisfazione e una rassegnata sfiducia nei confronti della sanità pubblica, ed inoltre la gestione del Servizio Sanitario Nazionale si è costantemente svolta in condizioni di squilibrio finanziario, chiamando l’erario a progressivi interventi di copertura. La crisi dell’impostazione spiccatamente solidaristica alla quale sono stati improntati i servizi sanitari pubblici nella maggior parte dei paesi europei, ha generato una forte ondata di rinnovamento nel vecchio continente, a partire dai primi anni ’90, incentivata anche dall’introduzione del mercato unico, che ha stimolato confronti e concorrenza. In tale contesto si inserisce il decreto legislativo 502/92 che ha innovato profondamente, nei tratti istituzionali e nei principi ispiratori, il Servizio Sanitario Nazionale, nel nostro paese. Ci si propone allora di studiare questo processo di cambiamento e di evoluzione che si presenta subito come complesso, articolato, difficoltoso. Si comincia nei primi due capitoli tracciando il percorso logico della riforma e riassumendo le concrete innovazioni normative che ha portato con sé. A tale scopo si opererà un confronto tra la situazione antecedente e quella susseguente l’entrata in vigore del sopracitato decreto legislativo. Fanno con decisione il loro ingresso, nell’ambito della gestione della produzione ed erogazione di un servizio pubblico di grande peso sociale come la sanità, principi quali “efficienza”, “efficacia”, “economicità”, “qualità”. Non si vuole tagliare indiscriminatamente la spesa (l’assistenza sanitaria è un bene di

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