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L'iniziativa Global Monitoring for Environment and Security (GMES)

Il lavoro riporta un’analisi del progetto “Global Monitoring for Environment and Security” (GMES), una delle due principali iniziative comunitarie in ambito spaziale, assieme a Galileo.
Nel corso dell’analisi si considerano i principi politico-istituzionali alla base dell’iniziativa, gli obiettivi e gli attori interessati. Viene, inoltre, data rilevanza all’ambiente nel quale GMES si trova ad operare, ai soggetti pubblici coinvolti a livello nazionale e comunitario, al settore delle industrie tecnologiche di punta ed alla struttura del mercato europeo delle applicazioni spaziali.
Nella prima parte dell’indagine, si delineano i tratti principali dell’iniziativa GMES e gli obiettivi che intende raggiungere. Il background storico, che ha preceduto ed accompagnato lo sviluppo del progetto di monitoraggio satellitare GMES, viene tracciato con un breve excursus in merito agli sviluppi dell’Agenzia Spaziale Europea e della Politica Spaziale Europea, negli ultimi decenni.
La seconda parte dell’analisi, presenta gli attori coinvolti in GMES, ne definisce il ruolo e i compiti assegnati. Vengono presi in considerazione la Commissione Europea, quale principale attore comunitario responsabile dell’iniziativa, ma anche l’Agenzia Spaziale Europea che, nel caso di GMES, ha sia un ruolo di sviluppatore tecnologico, che di futuro coordinatore per l’erogazione dei servizi finali. Accanto a questi due soggetti sovranazionali figurano altri attori quali le agenzie spaziali nazionali che hanno deciso di prendere parte all’iniziativa, e di aderire al programma opzionale dell’ESA per GMES. Si è data, inoltre, particolare attenzione agli sviluppi italiani, considerando sia il ruolo dell’Agenzia Spaziale Italiana, sia quello dei principali ministeri coinvolti, in particolare il Ministero della Ricerca, il Ministero della Difesa e quello dell’Ambiente. Si è scelto inoltre di inserire un focus riguardo agli investimenti di ciascun attore in GMES, prendendo in considerazione i programmi quadro della Commissione Europea, i meccanismi d’investimento nell’ESA, nonché il piano aerospaziale nazionale italiano.
La terza ed ultima parte del lavoro, propone un quadro teorico di riferimento entro le teorie dell’integrazione europea. I costrutti teorici vengono utilizzati per indagare due questioni centrali, che i realizzatori di GMES sono chiamati a risolvere. La prima riguarda l’individuazione di una struttura normativo-istituzionale, per l’erogazione futura dei servizi di GMES agli utenti che ne fanno richiesta, specie quando sono coinvolte informazioni “sensibili”. La seconda si riferisce, invece, alla strutturazione di un modello economico capace di garantire una sostenibilità di lungo periodo all’iniziativa. Le difficoltà nell’individuare soluzioni in merito a tali argomenti, e l’attuale stallo nel procedere al completamento di una struttura politico-istituzionale comunitaria per GMES, sono inserite, infine, nel più ampio dibattito sull’evoluzione del settore spaziale europeo.
In conclusione, viene individuato un possibile sviluppo futuro per GMES, evidenziando le difficoltà nella realizzazione di un sistema puramente comunitario di gestione. Si concede spazio, quindi, ad una soluzione di tipo intermedio, in cui la presenza di GMES favorisce una collaborazione più spinta tra gli stati in ambito di raccolta e scambi d’informazioni d’interesse ambientale e di sicurezza, posticipando, almeno per ora, una completa condivisione delle redini dell’iniziativa a livello comunitario.

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6 INTRODUZIONE Il seguente lavoro riporta un’analisi dell’iniziativa europea Global Monitoring for Environment and Security (GMES), il cui sviluppo si inserisce nel contesto della Politica Spaziale Europea. Si tratta di un progetto di raccolta di informazioni di rilevante interesse ambientale realizzato con la partecipazione della Commissione Europea, degli stati membri dell’Unione Europea, di alcune agenzie spaziali nazionali, dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), nonché delle industrie nazionali connesse al settore aerospaziale. L’iniziativa Global Monitoring for Environment and Security nasce negli anni Novanta, quando la politica spaziale europea comincia a muovere i suoi primi passi. In questo periodo, infatti, una serie di eventi, interni ed esterni, fanno emergere la volontà di una maggiore cooperazione nel settore spaziale, sia di natura economica che politica. L’evento esterno più rilevante è rappresentato dal crollo del blocco sovietico e dalla fine della Guerra Fredda: le conseguenze dirette e significative, per l’evoluzione del settore spaziale, sono rappresentate dalla partecipazione dei paesi europei alla seconda guerra del Golfo e agli eventi nei Balcani. Dalle difficoltà europee nella gestione di questi interventi e dagli ampi vantaggi offerti dall’utilizzo di sistemi satellitari in questi contesti, la cooperazione nel settore spaziale riceve nuovo impulso. All’interno della Comunità Europea, invece, la firma del Trattato di Maastricht fornisce una spinta significativa al processo di integrazione europea e, in particolare, crea lo spazio per la nascita di un settore di Politica Estera e di Sicurezza Comune. Il cosiddetto secondo pilastro rappresenta un elemento importante nello sviluppo della collaborazione in materia spaziale, nonostante, in questo periodo, lo spazio non sia ancora considerato un possibile campo di azione politica dell’UE. Lo sviluppo di progetti di cooperazione spaziale, infine, è stato stimolato anche dall’interesse commerciale creatosi attorno a tale settore, specie con l’impennata nello sviluppo delle comunicazioni e delle telecomunicazioni. L’aumento dell’importanza dello spazio nel settore commerciale ha generato un aumento corrispondente dell’interesse politico verso tale area.

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