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La stimolazione transcranica a correnti dirette (tDCS) nella riabilitazione post ictus

La riabilitazione è uno dei processi fondamentali per il recupero e la compensazione delle facoltà che subiscono danneggiamenti in seguito a varie patologie, tra cui l’ictus. L’ictus è una delle cause più frequenti di disabilità, in quanto la maggior parte dei pazienti presenta deficit residui, soprattutto di tipo motorio. In questo elaborato abbiamo indagato, attraverso una ricerca bibliografica, l’utilizzo della Stimolazione Transcranica a Correnti Dirette (tDCS) nella riabilitazione post-ictus, sia per quanto riguarda i disturbi di tipo cognitivo (memoria, linguaggio, funzioni esecutive e deficit visuo-spaziali), sia per quelli di tipo motorio (esplorando studi che hanno utilizzato la tDCS isolatamente e in associazione con altre tecniche riabilitative, sia centrali che periferiche). La tDCS è una tecnica relativamente recente che grazie alle sue proprietà (semplicità, trasportabilità, economicità, tecnica non invasiva, indolore, possibilità di associazione con terapie standard, assenza di effetti indesiderati) sta estendendo il suo campo di applicazione, per cui abbiamo analizzato anche gli usi che son stati fatti di questa tecnica in altri disturbi neuropsicologici, psicologici e psichiatrici quali la Depressione, l’Alzheimer, il Parkinson, l’anoressia, il Dolore Cronico. I vari studi hanno evidenziato un effetto benefico e duraturo che permette di facilitare il processo riabilitativo nelle varie patologie. La tDCS, sfruttando deboli correnti (1mA) prodotte da un generatore e trasmesse sullo scalpo del soggetto attraverso due elettrodi (anodico e catodico), agisce in particolar modo sulla polarizzazione della membrana neuronale e sul ph della cellula, aumentando o diminuendo l’eccitabilità in base al tipo di corrente utilizzata (quella anodica aumenta l’eccitabilità, quella catodica la diminuisce). Grazie al fatto che la tDCS sia indolore, essa può essere applicata anche sui soggetti sani per studiare la localizzazione delle funzioni, in associazione con altre metodiche quali la TMS, i potenziali evocati e le tecniche di neuroimmagine; questo, infine, permette una maggiore accuratezza nei vari esperimenti, in quanto per il gruppo di controllo si può utilizzare la stimolazione simulata senza che i soggetti si accorgano della differenza tra la stimolazione attiva e quella simulata. I nuovi studi stanno ampliando la conoscenza della tDCS, soprattutto per quanto riguarda alcuni parametri, quali la localizzazione degli elettrodi, la loro dimensioni, gli effetti duraturi, l’intensità di corrente, ecc. e parallelamente, stanno ampliando il raggio d’applicazione di questa tecnica, che presto potrebbe andare a sostituire alcune terapie psicofarmacologiche, in quanto essa è priva di effetti collaterali.

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1 Capitolo 1. La Stimolazione Transcranica a Correnti Dirette (tDCS). La stimolazione transcranica a correnti dirette (tDCS) è una tecnica di stimolazione cerebrale non invasiva che sta riscuotendo notevole interesse recentemente, soprattutto per i suoi effetti benefici in ambito riabilitativo e terapeutico. La tDCS sta diventando uno strumento promettente per la ricerca sulla neuroplasticità, perché permette una modulazione corticale selettiva, non invasiva, indolore e reversibile. Inoltre la sua trasportabilità permette l’associazione con altre tecniche di stimolazione e di riabilitazione periferica, potenziando i benefici delle due tecniche prese singolarmente. 1. Cenni storici. Il principio di utilizzare l’elettricità come strategia di cura ha origini molto antiche. Nella prima metà del I sec. A. C. le torpedini venivano poste sullo scalpo dei pazienti i quali, grazie alla scarica elettrica trasmessa dal pesce vivo, trovavano sollievo dal dolore (Scribonius Largus, 1529). Un utilizzo simile si ritrovava presso i Greci all’epoca di Galeno e presso i Romani, come si evince dalle testimonianze di Plinio il Vecchio (Kellaway, 1946). Nell’ XI sec. il fisico musulmano IbnnullSidah sfruttava l’elettricità del pesce gatto per curare l’epilessia (Kellaway, 1946). Grazie allo studio delle torpedini iniziato sistematicamente con il metodo scientifico moderno da Walsh (1773), nacque l’elettrofisiologia, di cui i maggiori rappresentanti in Italia furono Galvani a Bologna e Volta a Pavia. Le correnti galvaniche (DC) furono impiegate soprattutto per il trattamento dei disturbi mentali, come dimostra lo studio dell’applicazione delle DC su pazienti sofferenti di melanconia effettuato

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