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La stabile organizzazione nel modello di convenzione Ocse contro le doppie imposizioni sui redditi

In un contesto di crescente decentramento produttivo e commerciale su scala transnazionale, la nozione di “stabile organizzazione” è utilizzata – pressoché universalmente – allo scopo di individuare il presupposto soggettivo sufficiente e necessario per l’imposizione tributaria di un’attività economica svolta nel territorio di uno Stato da un soggetto residente in un altro stato, definendo una linea di confine tra l’operare “con” uno Stato estero e l’operare “in” uno Stato estero.
La validità di tale orientamento è ampiamente riconosciuta, sia nelle convenzioni bilaterali contro le doppie imposizioni, sia nelle legislazioni nazionali.
La necessità – non soltanto teorica, ma anche e, soprattutto, pratica - di delineare un concetto organico e ben definito di “stabile organizzazione” è chiaramente dimostrata dal fatto che ci si trova di fronte ad un tema ampiamente trattato, non soltanto dagli studiosi del diritto tributario, ma anche in sede giurisprudenziale e ministeriale.
L’orientamento di gran lunga maggioritario riconosce piena validità alla definizione che della stabile organizzazione fornisce il modello di convenzione contro le doppie imposizioni sui redditi elaborato dal Comitato per gli Affari Fiscali dell’O.C.S.E., al quale si è sostanzialmente adeguata la maggior parte delle convenzioni bilaterali.
Il complesso definitorio contenuto nei sette paragrafi dell’art. 5 del sopraccitato modello di convenzione costituisce l’oggetto della mia tesi di laurea, la quale concretizza un’ampia ricerca eseguita su un vasto repertorio giurisprudenziale, dottrinale e di circolari dell’Amministrazione finanziaria; ne scaturisce un gran numero di fattispecie, delle quali alcune sono espressamente contemplate dal modello O.C.S.E., mentre altre devono essere esaminate alla luce della definizione in esso contenuta.

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2 In un contesto di crescente decentramento produttivo e commerciale su scala transnazionale, la nozione di stabile organizzazione Ł utilizzata pressochŁ universalmente allo scopo di individuare il presupposto soggettivo sufficiente e necessario per l imposizione di un attivit economica svolta nel territorio di uno Stato da un soggetto residente in altro Stato (1), definendo una linea di confine tra l operare con uno stato estero e l operare in uno Stato estero (2). La validit di tale orientamento, infatti, Ł ampiamente riconosciuta sia nelle convenzioni bilaterali contro le doppie imposizioni, sia nelle legislazioni nazionali. Anche l ordinamento tributario italiano impiega ______________ (1)S.M. CARBONE, La nozione di stabile organizzazione e la sua operativit , in AA.VV., Operazioni internazionali e fiscalit , Milano, 1987, p. 45 ss. e ivi a p. 46. (2)P. VALENTE, Stabile organizzazione e modello OCSE, in Corr. Trib., 1997, p. 2337 ss. e ivi a p. 2337.

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Parole chiave

convenzioni bilaterali
diritto internazionale
diritto tributario
doppia imposizione
modello ocse
ocse
permanent establishment
stabile organizzazione

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