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HOT or NOT. Un punto di vista sui vissuti ed esperienze di alcuni adolescenti omosessuali della provincia di Rimini

Come analizzato nei capitoli della tesi, al giorno d’oggi anche nella provincia di Rimini essere un adolescente omosessuale o bisessuale sembra essere una realtà meno nascosta rispetto al passato, almeno nelle relazioni amicali. All’interno del contesto familiare, invece, le preferenze sessuali di un figlio sono ancora molto destabilizzanti per il clima familiare. Inoltre, si è potuto notare come, ancora oggi, la religione occupi un posto di rilievo nell’accettarsi e nel dichiararsi omosessuale. Tuttavia questa influenza sembra essere minore rispetto al passato: infatti da un lato, alcuni ragazzi “riformulano” gli insegnamenti religiosi, dall’altro c’è ancora qualcuno che ne rimane “ingabbiato” vivendo un’inquietudine con se stesso. Le nuove tecnologie stanno svolgendo un ruolo fondamentale nel percorso di accettazione di sé nel ragazzo omosessuale: grazie ad esse, infatti, il/la ragazzo/a in questione si sentono meno soli, hanno più possibilità di confrontarsi e conoscere il mondo omosessuale. Bisogna dire però che spesso questi ragazzi incontrano una visione distorta del mondo gay, basti pensare alla sezione escort presente in qualche sito di cui abbiamo parlato precedentemente, o all’impronta strettamente sessuale che hanno i diversi siti o applicazioni per smartphone.

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4 1. Introduzione Prima di tutto credo sia d’obbligo spiegare il titolo di questa tesi. All’inizio c’era il “Durex”, poi “Durex gold”, “Afterskull”, “Bitcham” fino ad arrivare al “Hot or Not”. Può cambiare il nome ma non la tipologia di evento: tutti i nomi sopra elencati sono nomi di feste organizzate il sabato pomeriggio in varie parti d’Italia per ragazzi adolescenti (14-18 anni) che si definivano alternativi ma che in realtà altro non erano che un punto di ritrovo per ragazzi omosessuali e bisessuali. I primi utenti di questi eventi erano i ragazzi che rientravano nella categoria EMO, che si definivano appunto alternativi per il loro modo di vestirsi e atteggiarsi. L’emo inizialmente è nato come una corrente legata a una certa tipologia di musica che con gli anni è diventato un vero e proprio fenomeno di tendenza fra i giovani adolescenti che può prendere le caratteristiche di una vera e propria subcultura 1 con elementi distintivi ben precisi legati alla musica preferita, al look, allo sport preferito e alle preferenze sessuali. Alla parola emo sono legate tutta una serie di etichette e stereotipi: il ragazzo emo si trucca, porta abiti aderenti, ascolta musica punk-rock, si taglia sulle braccia con una lametta, ma soprattutto ha un orientamento sessuale omosessuale o bisessuale. Tuttavia oggi questa sub-cultura si è miscelata con le altre sub-culture, legate al mondo giovanile, almeno per quanto riguarda l’estetica con cui i ragazzi si presentano e per il loro look ed è difficile incontrare un ragazzo che si definisca Emo. Il primo video caricato in rete sulle feste elencate a inizio paragrafo risale a circa 5 anni fa, erano eventi dalla cadenza mensile e venivano organizzati in grandi città italiane: Milano, Torino, Bologna, Napoli, Bari, Genova 2 . Questi eventi sono stati anche protagonisti di un servizio del programma televisivo “Le Iene” proprio per denunciare il problema dell’alcool e del sesso 1 http://it.wikipedia.org/wiki/Emo 2 http://www.youtube.com/watch?v=zvF8Cl3NYuM

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Informazioni tesi

  Autore: Fabio Torsani
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Scienze dell'Educazione
  Corso: Scienze dell'educazione e della formazione
  Relatore: Vincenzo Scalia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 81

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