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Il modello organizzativo dell'università italiana. Limiti, efficienza, produttività

Uno dei fattori determinanti per lo sviluppo sociale ed economico di una nazione è
sicuramente rappresentato dalla qualità e dall’efficienza dei suoi sistemi formativi; è questo uno dei motivi per cui i temi riguardanti l’Università e la formazione in senso lato hanno assunto in questi ultimi anni una rilevanza sempre maggiore.
Negli ultimi decenni il sistema universitario italiano si è caratterizzato, soprattutto all’interno del panorama internazionale, per la presenza ed il progressivo aggravamento di una serie di situazioni di particolare criticità che nel corso di questa tesi cercherò di evidenziare e approfondire.
L’interesse al tema è stato dettato da due motivazioni particolari.
Il primo motivo è stato comprendere se per il sistema universitario potessero valere le regole del mercato, stimolando un minimo di concorrenza basata sul merito tra gli atenei, fare ricerca più mirata al mercato e incontrare le esigenze delle aziende. Si determinerebbe un sistema universitario in cui si assiste ad una abolizione dei concorsi, liberalizzazione degli stipendi, delle assunzioni e della didattica. Il tutto prendendo spunto da quanto avvenuto a partire dalla metà degli anni settanta – il fenomeno delle privatizzazioni – in cui la gestione dell’imprese statali (es. SME, ENEL, INA, TELECOM ITALIA) venne assunta dai privati, ossia si attuò un vero e proprio trasferimento della proprietà dall’azienda pubblica al settore privato.
La seconda ragione invece si riferisce al mio status di studente, che si è direttamente, e per lungo tempo, confrontato con il mondo universitario. La curiosità di conoscere i suoi meccanismi, le logiche che la governano e di indagarne le ricadute sulla realtà, è stata il maggiore sprone allo studio di questo tema.
Il lavoro che di seguito è proposto inizia con l’analisi, nel primo capitolo, del percorso legislativo che ha formato e strutturato la politica universitaria italiana e le risorse di cui attualmente dispone.
Nel secondo capitolo analizzerò il fenomeno della fuga di cervelli un tema ingombrante che coinvolge la società nel suo complesso. E’ necessario infatti, interrogarsi con una certa urgenza su questo fenomeno dispersivo cercando di valorizzare il capitale umano e sociale acquisito sui nostri territori. Un capitale umano che rappresenta un sicuro vantaggio competitivo per le nostre economie del domani.
Infine, nell’ultimo capitolo illustrerò alcune applicazioni della teoria generale dell’economia pubblica ai servizi del sistema universitario.

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Introduzione  Una delle ragioni per le quali l’università e l’istruzione superiore sono sotto pressione è rappresentato dal fatto che esse non sono più un elemento periferico della società: sono troppo importanti per essere ignorate e forse troppo importanti per lasciare agli accademici la definizione del loro ruolo,del tipo di persone da istruire e dei percorsi formativi da offrire. Smith [1993]   Uno dei fattori determinanti per lo sviluppo sociale ed economico di una nazione è sicuramente rappresentato dalla qualità e dall’efficienza dei suoi sistemi formativi; è questo uno dei motivi per cui i temi riguardanti l’Università e la formazione in senso lato hanno assunto in questi ultimi anni una rilevanza sempre maggiore. Negli ultimi decenni il sistema universitario italiano si è caratterizzato, soprattutto all’interno del panorama internazionale, per la presenza ed il progressivo aggravamento di una serie di situazioni di particolare criticità che nel corso di questa tesi cercherò di evidenziare e approfondire. L’interesse al tema è stato dettato da due motivazioni particolari. Il primo motivo è stato comprendere se per il sistema universitario potessero valere le regole del mercato, stimolando un minimo di concorrenza basata sul merito tra gli 4

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attività di ricerca
ffo
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privatizzazione università
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