La dimensione culturale nella traduzione del linguaggio giuridico inglese
Il presente lavoro intende indagare il linguaggio giuridico attraverso una prospettiva linguistica e una comparativo-contrastiva allo scopo di evidenziare gli aspetti e le peculiarità tipiche di tale linguaggio che lo distinguono non solo dalla lingua comune ma, nella prospettiva più ampia della traduzione, anche dalle altre lingue europee.
Da queste analisi emerge l'importanza della lingua per il diritto e il conseguente rapporto di dipendenza che li lega, perché il diritto non può manifestarsi senza l'ausilio di un linguaggio che funga da mezzo di espressione, definizione e trasmissione degli atti, degli istituti e delle norme che regolano i vari aspetti della vita umana. Inoltre, la lingua svolge un ruolo fondamentale non solo nel definire l'identità nazionale di un popolo, ma anche nel trasmettere i valori della cultura di quel determinato popolo. Il diritto, a sua volta, rappresenta uno dei domini più culturali che esistano, dal momento che ogni sistema giuridico si situa all'interno di un determinato quadro sociale e politico che risponde alla storia, agli usi e ai costumi propri di una nazione. Il diritto, quindi, è un fenomeno locale, legato ad un determinato sistema nazionale e ad una o più lingue nazionali. Ne deriva, perciò, che ogni stato possiede un proprio sistema giuridico che può condividere somiglianze o presentare differenze rispetto agli altri sistemi giuridici. Vi possono essere anche dei casi di coesistenza tra sistemi giuridici diversi all'interno di uno stesso paese. Tali somiglianze e differenze emergono soprattutto a livello concettuale e sono espresse attraverso il linguaggio che non può essere considerato una lingua universale in quanto è parte integrante della tradizione e dell'unicità dell'ordinamento giuridico proprio di un paese.
Il rapporto di dipendenza tra linguaggio e diritto, in quanto fenomeni culturali di un determinato paese, è ancora più evidente se considerato nell'ottica della traduzione, perché alla difficoltà di tradurre un concetto da un sistema linguistico ad un altro, si affianca la difficoltà di trasporre quel concetto da una tradizione giuridica ad un'altra.
La tesi consta di quattro capitoli. Focalizzando l'attenzione sul concetto di cultura, il primo capitolo propone un breve excursus dei principali sviluppi che hanno caratterizzato tale concetto nell'ambito delle scienze sociali per delinearne, infine, i modelli interpretativi.
Nel secondo capitolo si esamina il ruolo che la cultura assume nel campo della traduzione, in particolare si fa riferimento alla nascita della disciplina dei Translation Studies, alla quale si deve il merito di aver introdotto la considerazione per la componente culturale definendo, pertanto, la traduzione non più come un linguistic transcoding ma come un processo di cultural transfer.
Il terzo capitolo si divide in due parti, la prima concerne l'analisi delle principali caratteristiche dei linguaggi specialistici, sulla base del percorso ben delineato dagli studi di Gotti. Nella seconda parte, invece, l'attenzione si focalizza sul linguaggio giuridico di cui vengono delineate le principali caratteristiche a livello lessicale e morfosintattico; sulla traduzione giuridica e le relative problematiche derivanti proprio dalle peculiarità di questo linguaggio.
Il quarto capitolo, infine, evidenzia le differenze culturali che emergono nella traduzione giuridica tra ordinamenti diversi quali quello di tradizione romanista e quello di Common Law. Tale confronto è esemplificato attraverso l'analisi degli aspetti macro e microtestuali tipici della forma testuale della sentenza redatta in lingua italiana, inglese e francese.
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Informazioni tesi
Autore: | Annapina Rucci |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi di Bari |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere |
Corso: | Traduzione e Interpretazione |
Relatore: | Patrizia Mazzotta |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 267 |
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