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Le modificazioni del dolo nel tormentato percorso di tipizzazione del delitto di false comunicazioni sociali

Alla base di tale elaborato vi è l'analisi delle sfaccettature dell'elemento soggettivo nel delitto di false comunicazioni sociali, nei numerosi cambiamenti subiti dalla sua originaria configurazione presente nel codice civile del 1942 fino all'ultima riforma che ha riguardato il tema. Non solo, considerando che il reato di falso in bilancio è stato, senza dubbio, uno dei delitti più discussi in materia societaria, in questo studio sono riportate le fondamentali teorie e commenti critici della dottrina penalistica in relazione alle varie tappe del percorso.
Anzitutto verrà fornito un breve excursus sui mutamenti legislativi che hanno interessato in generale il delitto di false comunicazioni sociali.
Poi, ci si focalizzerà più nel particolare l'oggetto del mio esame cioè il dolo nel reato appena menzionato e lo delinea nelle principali originarie teorie relative all'espressione “fraudolentemente”, presente nella disposizione normativa ex art. 2621 del codice civile del 1942. Ciò che da questo capitolo emerge è che tale avverbio ha creato una confusione interpretativa tale da condurre a risultati spesso discutibili.
Il nocciolo duro del mio lavoro è però costituito dai cambiamenti apportati dalla riforma del 2002 alla configurazione del dolo nel falso in bilancio, considerati pessimi da una dottrina quasi unanime, e prende atto della conseguente riduzione a dismisura della punibilità del reato e dei suoi deludenti effetti pratici a livello giudiziario. Si farà riferimento alla manifesta opinione in dottrina, che in chiave fortemente critica della riforma del 2002, considera quest'ultima una legge ad personam, ritagliata cioè in base ad interessi personalistici di personaggi di spicco nell'ambiente politico-economico dei primi anni 2000.
Infine, verrà descritta la configurazione dell'elemento soggettivo del falso in bilancio sulla base dell'introduzione, ad opera della riforma legislativa del 2015, dell'avverbio “consapevolmente” con i commenti e le considerazioni relative effettuate dalla dottrina
penalistica. Quest'ultimo capitolo sicuramente mostra l'obbiettivo del legislatore del 2015 di ripristinare una legalità che sul versante del falso in bilancio oramai sembrava distrutta.

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1 INTRODUZIONE Alla base di tale elaborato vi è l’analisi delle sfaccettature dell’elemento soggettivo nel delitto di false comunicazioni sociali, nei numerosi cambiamenti subiti dalla sua originaria configurazione presente nel codice civile del 1942 fino all’ultima riforma che ha riguardato il tema. Non solo, considerando che il reato di falso in bilancio è stato, senza dubbio, uno dei delitti più discussi in materia societaria, in questo studio sono riportate le fondamentali teorie e commenti critici della dottrina penalistica in relazione alle varie tappe del percorso, costituite dai cambiamenti che nel tempo hanno subito i requisiti del dolo nel falso in bilancio. La tesi è articolata in quattro capitoli: nel primo capitolo viene fornito un breve excursus sui mutamenti legislativi che hanno interessato in generale il delitto di false comunicazioni sociali. Il secondo capitolo, inizia a focalizzare più nel particolare l’oggetto del mio esame cioè il dolo nel reato appena menzionato e lo delinea nelle principali originarie teorie relative all’espressione “fraudolentemente”, presente nella disposizione normativa ex art. 2621 del codice civile del 1942. Ciò che da questo capitolo emerge è che tale avverbio ha creato una confusione interpretativa tale da condurre a risultati spesso discutibili. Il terzo capitolo, nocciolo duro del mio lavoro, tratta dei cambiamenti apportati con la riforma del 2002 alla configurazione del dolo nel falso in bilancio, considerati pessimi da una dottrina quasi

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Parole chiave

dolo
falso in bilancio
berlusconi
elemento soggettivo
false comunicazioni sociali
decreto legislativo 61/2002
legge 69/2015
fraudolentemente
consapevolmente
art.2621 codice civile

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