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Il direttore di museo in Italia

La tesi affronta il processo che ha coinvolto la figura del garante dell'intera attività dell'istituzione museale da sempre: il direttore di museo.
La nostra arte è la nostra vita. Il patrimonio culturale e artistico del nostro Paese è specchio delle nostre menti, ed esso dipende da chi lo ha in cura.
Il presente lavoro nasce da un paradosso: ricca di arte e vestigia del passato, l'Italia appare disattenta rispetto alle professioni museali che dovrebbero averle in cura e trasmetterne il significato.
Il museo e il sistema dei beni culturali non sono e non devono diventare un'impresa, ma potrebbero essere gestiti come tali, se consideriamo che i fondi pubblici sono necessari alla sopravvivenza dei musei. In altre parole, pur mantenendo obiettivi diversi da quelli produttivi e commerciali cui è orientato, per definizione, il mercato, questa concezione comporterebbe da parte dello Stato, oltre ad una chiarezza di obiettivi, di tempi e costi, l'onere di ottimizzare capitali e risorse umane mediante l'adozione di politiche imprenditoriali: un continuo reinvestimento degli utili e un piano sistematico di riqualificazione del personale. È però chiaro che di fronte a tali incombenze, certo impegnative ma non impossibili ad assumersi, lo Stato ha preferito passare la mano ai privati.

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Introduzione Io non penso all'arte quando lavoro. Io tento di pensare alla vita. (Jean-Michel Basquiat) La nostra arte è la nostra vita. Il patrimonio culturale e artistico del nostro Paese è specchio delle nostre menti, ed esso dipende da chi lo ha in cura. Il presente lavoro nasce da un paradosso: ricca di arte e vestigia del passato, l‟Italia appare disattenta rispetto alle professioni museali che dovrebbero averle in cura e trasmetterne il significato. Questi mestieri sono strategici e indispensabili per la nostra sopravvivenza, per il nostro benessere, per la crescita e il futuro della comunità italiana. Le figure professionali costituiscono le linee guida lungo le quali si sono originate peculiarità, funzioni e mutamenti dei nostri musei. Per più di un secolo, la funzione di tutela degli oggetti e dei monumenti che costituiscono il patrimonio culturale della nostra nazione, la funzione di custodia e diffusione dei loro significati fu affidata a specialisti che operavano in edifici adatti a contenere e a esporre gli oggetti del patrimonio, e cioè nei musei. Questi uomini organizzavano la produzione scientifica, amministravano le dotazioni finanziarie, definivano le azioni indirizzate verso la crescita culturale della società e verso l‟educazione delle giovani generazioni, e garantivano la sicurezza delle collezioni. Su tutto ciò vigilava lo Stato, che controllava sia il livello qualitativo dei direttori e dei conservatori assumendoli attraverso duri concorsi, sia il livello della produzione culturale del museo. Con gli anni, si sono avute considerevoli trasformazioni, soprattutto in seguito ai tagli dei finanziamenti pubblici, comportando irreversibili modifiche al ruolo stesso del direttore di museo, che non incarna più meramente la figura di studioso che governa il museo, presumibilmente lontano dal trambusto della politica e del mondo esterno, ma svolge attività che hanno sempre meno a che fare con l‟arte e che comprendono operazioni di marketing e di “fundraising”.

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