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La Corte Penale Internazionale e il Crimine di Aggressione prima e dopo la Conferenza di Kampala

Un traguardo storico è stato raggiunto l'11 giugno 2010 a Kampala (Uganda) al termine della Conferenza di revisione dello Statuto di Roma: l'Assemblea degli Stati Parte ha dato seguito al compromesso cristallizzato nel secondo paragrafo dell'art. 5 dello Statuto, introducendo una definizione per il crimine di aggressione e delineando le condizioni di procedibilità. Il lavoro è diviso in due parti.
La prima riporta un'analisi delle fasi – anteriori alla Conferenza di Roma – più rilevanti della storia dell'emersione in diritto internazionale di una norma che prevede la responsabilità penale individuale per il crimine di aggressione. Dopo avere ricordato le origini e le prime affermazioni di tale norma nei processi di Norimberga, di Tokyo e nei successivi processi militari separati, la tesi si sofferma sui lavori in seno alle NU alla ricerca di una definizione condivisa del crimine che culminarono nella definizione annessa alla risoluzione dell'Assemblea Generale 3314 del 1974. Tale risultato è oggetto di critica come evidenziato anche dai conflitti interpretativi tuttora esistenti. L'opinio juris che gli Stati espressero fino al 1974 e la prassi dei principali organi delle Nazioni Unite costituiscono la base per affrontare, in conclusione della prima parte, la controversa questione della natura consuetudinaria del crimine di aggressione.
La seconda parte del lavoro descrive, anzitutto, le vicende relative al crimine di aggressione nel corso della Conferenza di Roma istitutiva della CPI. Dopo un'analisi del regime giurisdizionale della Corte previsto per gli altri crimini rientranti nella sua giurisdizione e delle disposizioni in tema di emendamenti dello Statuto, sono analizzati il testo della definizione e degli elementi dei crimini, sottolineando un frequente scostamento dal principio di legalità. Tale analisi si basa sui lavori del 'Working Group' e dello 'Special Working Group on the Crime of Aggression', che hanno costituito i lavori preparatori della Conferenza di Kampala. Dopo aver descritto lo svolgimento di quest'ultima dalla prospettiva del crimine di aggressione, la tesi esamina il testo degli understandings e suggerisce una via per individuarne l'esatta natura giuridica, assai controversa in dottrina. Infine, con riferimento agli emendamenti sull'entrata in vigore e sulle condizioni di procedibilità, sono descritti i termini dell'insolubile contrasto tra i nuovi articoli 15 bis e 15 ter, da un lato, e l'art. 121 para. 5 dello Statuto di Roma, dall'altro. Cenni finali sono dedicati ad ulteriori questioni poste dagli articoli 15 bis e 15 ter, tra cui, quella relativa al ruolo della Divisione preliminare della Corte e quella dell'applicabilità dell'art. 12 para. 3 dello Statuto.

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7 Nota introduttiva La risoluzione adottata dall’Assemblea degli Stati Parte dello Statuto di Roma l’11 giugno 2010, al termine della Conferenza di Kampala, munisce la Corte pe- nale internazionale di giurisdizione sul piø grave e il piø politico crimine inter- nazionale, discusso nel corso di un processo, per la prima volta, a Norimberga, dopo la seconda guerra mondiale, e da almeno venticinque anni prima di Norim- berga al centro dell’attenzione degli studiosi di tutto il mondo. PerchØ possa os- servarsi in futuro lo svolgimento d’un processo in cui il capo d’accusa consista, per la seconda volta nella storia, nel crimine di aggressione, dovrà, tuttavia, at- tendersi qualche tempo. Gli Stati parte dello Statuto di Roma hanno infatti deciso che tale eventualità non possa ricorrere se non decorso un anno dal deposito di trenta strumenti di ratifica e condizionatamente all’adozione d’una decisione di conferma dopo il 2017. ¨ opinione diffusa che il raggiungimento d’un risultato di questa portata giustifichi la lunga attesa. ¨ in questo tempo d’attesa che si svolge l’attuale dibattito. Un tempo in cui si ha una definizione del crimine di aggressione e due disposizioni che, a seconda del trigger mechanism (o meccani- smo di attivazione), regolano diversamente la giurisdizione della Corte. Un tem- po in cui, in dottrina, è costantemente avanzato il suggerimento che gli Stati s’adoprino, prima dell’entrata in vigore, per porre rimedio e fare luce sui punti piø oscuri e controversi, sulle vere e proprie aporie che residuano all’esito della Conferenza di Kampala. Il mio contributo, nel suo piccolo, si inserisce all’interno del dibattito in corso, cercando di stimolare la discussione sui punti meno approfonditi della definizione del crimine, suggerendo una via per la quali- ficazione della natura giuridica degli understandings e, rispetto al regime giuri- sdizionale previsto negli articoli 15 bis e 15 ter, sottolineando quali sono le prin- cipali questioni aperte e sottoponendo a vaglio critico le soluzioni suggerite in dottrina. Il mio lavoro si divide in due parti. Nella prima, opererò una ricostruzione dei passaggi storici fondamentali e delle problematiche che hanno accompagnato la definizione di questo crimine nell’evoluzione del diritto internazionale. Questa parte sarà dunque dedicata al crimine di aggressione prima della Conferenza di Roma, al termine della quale, in via di compromesso, il crimine di aggressione fu incluso nella giurisdizione della Corte, attribuendo, tuttavia, ad una futura Confe- renza di revisione il compito di adottare un emendamento sulla definizione e sul-

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Informazioni tesi

  Autore: Giuseppe Calamo
  Tipo: Laurea magistrale a ciclo unico
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Trento
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Percorso Europeo e Transnazionale
  Relatore: Giuseppe  Nesi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 203

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Parole chiave

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diritto penale internazionale
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statuto di roma
aggressione
diritto pubblico internazionale
conferenza di revisione di kampala

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