Il Catalogo delle Prestazioni, uno strumento per migliorare l’appropriatezza delle indagini microbiologiche
La riforma del Servizio Sanitario Italiano, a seguito dell’emanazione del D. Lgs. 502/92, e successive modifiche ed integrazioni (D. Lgs. 229/99), prevede la realizzazione di un sistema aziendalizzato con l’obiettivo di: massimizzare il margine di recupero dell’efficienza, ridurre i costi di produzione dei servizi e migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie.
Il management dell’Azienda Sanitaria ha la responsabilità e l’obiettivo di posizionare la propria azienda all’interno del proprio mercato, utilizzando risorse umane e materiali per garantire una migliore qualità dell’assistenza, con conseguente miglioramento della tutela della salute dei cittadini e del loro stato di salute. Migliorare la qualità delle prestazioni comporta l’analisi e l’attuazione di interventi correttivi sui processi aziendali. All’interno di questa nuova visione del Servizio Sanitario, la necessità di salute dei pazienti, assume grande importanza, tale da assumere un ruolo centrale nelle Strutture Sanitarie che tendono perciò, al miglioramento dell’efficacia clinica e dell’appropriatezza. Tutto il sistema viene quindi rivisto in funzione della sicurezza e della qualità dell’assistenza applicando la teoria del Governo Clinico, un approccio metodologico, una strategia, mediante il quale le strutture sanitarie si rendono responsabili del miglioramento continuo della qualità dei servizi favorendo la creazione di un ambiente che incoraggi l’acquisizione e l’accrescimento dell’eccellenza professionale.
La gestione del Risk Management è divenuto nel corso degli anni uno strumento operativo di grande importanza che si inserisce all’interno della pratica del Governo Clinico. Il Risk Management descrive l’insieme delle azioni messe in atto per migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie e garantire la sicurezza del paziente. Esso comprende l’insieme delle azioni volte a ridurre gli eventi dannosi e gli errori che possono verificarsi nel corso del processo clinico, assistenziale e diagnostico, monitorando in modo sistematico gli eventi e rivedendo i motivi e le cause che hanno condotto ad eventi avversi al fine di ridurli o prevenirli con cambiamenti organizzativi e professionali. In sistemi complessi come le strutture sanitarie, l’errore umano è da considerarsi probabile, e va affrontato con atteggiamento positivo: prendere atto del fatto e analizzarle con strumenti e metodologie per la mappatura e la gestione del rischio. Le strutture sanitarie, perciò pongono particolare attenzione all’analisi dei rischi, ai sistemi di prevenzione e ai vari processi che possono essere suscettibili ad errori, che divengono oggetto di analisi e verifica per migliorare la sicurezza dei pazienti e degli operatori.
L’attività del Laboratorio influenza notevolmente il processo decisionale dei clinici, i ricoveri, le dimissioni e le terapie, ad esempio, si basano su risultati di esami di Laboratorio, da questo si deduce che la qualità degli esami e dei risultati forniti dal Laboratorio rivestono un ruolo di fondamentale importanza. Il processo analitico prevede una serie di processi tra loro correlati, ognuno dei quali comprende una serie di fasi, ciascuna delle quali porta con sé un certo rischio di incorrere in un errore.
Gli errori possono verificarsi sia all’interno del Laboratorio che al di fuori di esso. Le attività e le procedure impiegate in Laboratorio sono ben definite e standardizzate e quindi facilmente controllabili. L’errore di Laboratorio può essere definito come “un difetto che si verifica in qualunque parte del ciclo del Laboratorio, dal momento della richiesta dell’esame alla refertazione, alla interpretazione corretta dell’esame ed alla appropriata reazione a questa informazione”. Alla luce di questa definizione, il Laboratorio deve assumersi la responsabilità dell’intero ciclo analitico: dalla richiesta dell’esame da parte del medico, al riconoscimento del significato del risultato refertato. Per realizzare il controllo completo del processo analitico è necessario il coinvolgimento di tutti i professionisti che contribuiscono ad ottenere la qualità dell’intero processo.
In passato, l’attenzione agli errori analitici è stata focalizzata sugli errori intra-analitici e sugli errori che portavano ad eventi avversi, trascurando i “quasi errori” che non producono, almeno in apparenza, danni per il paziente. La prospettiva perciò, era limitata a quanto accadeva dentro il Laboratorio e quindi si tendeva ad individuare solo gli errori analitici ed alcuni errori pre-analitici. Nel corso degli ultimi decenni il numero degli errori analitici si è significativamente ridotto grazie al miglioramento della qualità delle attività di Laboratorio dovute sia all’introduzione dei controlli di qualità, interni ed esterni, che, naturalmente, al costante avanzamento delle tecnologie analitiche. Attualmente, la gran parte degli errori ormai viene registrata nelle fasi pre e post-analitiche, cioè quelle al di fuori del controllo del Laboratorio.
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Informazioni tesi
Autore: | Fabiola Martino |
Tipo: | Tesi di Master |
Master in | Management e Coordinamento delle Professioni Sanitarie |
Anno: | 2015 |
Docente/Relatore: | Pino Saladini |
Istituito da: | Università Telematica TEL.M.A. |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 79 |
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