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Una rivisitazione novecentesca del romanzo storico: ''Le strade di polvere'' di Rosetta Loy

“Le strade di polvere” di Rosetta Loy, rappresenta il punto di partenza allo studio della rivisitazione novecentesca del romanzo storico, con particolare attenzione agli ultimi decenni del secolo e con sguardo attento ad una delle scrittrici contemporanee più sensibile a tale tematica. Nel decennio ottanta-novanta, la narrativa a carattere storico si rinvigorisce, si rafforza, la reinvenzione del passato asseconda un vario sentimento della storia come nostalgia e rimpianto di uno struggente passato, malinconica e drammatica allegoria di un eterno presente, naufragio di illuse speranze nell’oblio dei ricordi. Nascono così opere che si propongono di approfondire una letteratura che indaghi una visione critica sia del presente, quanto del passato, attraverso la divulgazione di un romanzo storico, sullo stile ottocentesco, inserendo nelle narrazioni, vicende e personaggi di epoche ben precise. La riscoperta di un genere, affermatosi circa un secolo e mezzo prima, che torna con le sue dovute varianti, porta a ragionare sulla necessità degli scrittori di ricercare un giusto equilibrio fra ciò che è, per il lettore, la curiosità erudita e il bisogno di evasione fantastica. Definite le forme del romanzo storico di fine Novecento, che pur essendo plasmato sul modello ottocentesco, quindi dominato da caratteri di natura romantica per le corrispondenze tra ambienti e avvenimenti, per le funzioni sceniche delle descrizioni ambientali,, per il paesaggio psicologizzato, il nuovo romanzo, come si evince dall’analisi del lavoro della Loy, ha ormai modificato le sue strutture iniziali col cambiare del contesto storico. Successivamente al tentativo di definire quanto è rimasto inalterato ne “Le strade di polvere”, dal gusto dei grandi realisti e decadentisti dell’ottocento, si passa all’elencazione dei molti tratti distintivi che si sono modificati secondo le scelte dell’autrice ,col cambiare dell’epoche storiche, ma con una certa l’idea della Storia, come riserva di materiali culturali e letterali cui attingere per costruire romanzi a tessuto storico. Per cui, gli ambiti della ricerca si spostano sugli orientamenti delle scelte dell’autrice per dare un giusto quadro della trattazione dello spazio, del tempo e degli stessi personaggi, influenzati sicuramente, dai nuovi contesti sociali, ma nell’esigenza di chiarire la dominante fatalità degli eventi narrati e giustificare la presenza di un’ideologia che spieghi gli stessi in una dimensione extrastorica. L’intreccio, in tal modo, non funge da semplice riempitivo, ma assume una funzione di primo piano, diventando parte integrante della narrazione e della conseguente riflessione. Tra alti e bassi, il romanzo storico, non ha mai conosciuto dei veri e propri momenti di rottura che abbiano pregiudicato il suo manifestarsi continuativo, anche nei momenti considerati più sterili, l’evoluzione è continuata inesorabilmente, sfociando in interessanti rivisitazioni di un modello letterario mai veramente sepolto. Approfondire a tal punto, le opere, che nell’ambito della letteratura straniera, hanno saputo, se pur garbatamente, influenzare il romanzo prodotto da Rosetta Loy, è sembrato necessario. A tal proposito si possono trovare analogie già tra Le strade di polvere e La casa degli spiriti. Innanzitutto siamo di fronte a due saghe familiari, la Loy con la storia delle tre generazioni di proprietari terrieri de Le strade di polvere, offre un ampio spaccato storico-sociale del mondo contadino del Monferrato, in cui i protagonisti sono i patriarchi ovvero i padroni delle terre , dei figli e delle donne. L’Allende de La casa degli spiriti, ci racconta invece di una grande famiglia dell’America Latina, i Del Valle-Trueba in un romanzo esplicitamente politico, nel quale riferisce l’evoluzione di svariati regimi politici e illustra ( quanto meno a prima vista) la filosofia marxista della storia. I destini di queste famiglie saranno legati indissolubilmente al destino di un’intera nazione distrutta dalle ingiustizie sociali. In entrambi i casi ci troviamo di fronte a due romanzi in cui la descrizione degli eventi effettivamente accaduti nella storia, vengono celati dietro una facciata di finzione. Infine uno sguardo attento al tema delle strade che da Chrètien de Troyes alla stessa Loy che sembra comparire più volte nei grandi nomi della letteratura italiana e internazionale, basti pensare ai privi versi della “Commedia” di Dante Alighieri per notare come la vita sia pensata e rappresentata attraverso lo stereotipo del cammino. Un romanzo quindi, quello della Loy, che conferma la sua capacità di descrittrice dei grandi eventi della storia, calati talvolta nell’intimo di una vita familiare, dove il boato di catastrofi e vittorie si fa mormorio e vicenda personale, raccontato con grande semplicità sistemando pazientemente figure ed eventi per verificare quel che non è stato ma avrebbe potuto essere.

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I INTRODUZIONE L’amore, la guerra, i bambini, la morte. Il tempo dei desideri che si consumano, dei balli, delle stagioni, della gioventù, il tempo crudele e magico di tutto ciò che non lascia traccia. * * * Nel 1987 Rosetta Loy pubblica “Le strade di polvere”, la storia di una famiglia monferrina, dalla fine dell’età napoleonica ai primi anni dell’Italia unita. In un paese ormai colto, benestante, scolarizzato, risorge l’invenzione narrativa che si esprime nella rivelazione di sentimenti repressi, nella rivisitazione suggestiva della storia, nella voglia di raccontare 1 . Nei decenni ottanta-novanta, l’affermazione del romanzo-donna si concretizza nella 1 Gino Tellini, Il romanzo italiano dell’Ottocento e del Novecento, Mondadori, Milano, 1988, p.470

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