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I Sistemi Informativi Territoriali per l’individuazione delle aree vocate alla floricoltura in Basilicata

La presente tesi di laurea si inserisce in un più ampio progetto di ricerca nazionale denominato: “F.LO.R.ENER. - Florovivaismo: LOgistica e Risparmio ENERgetico”, che ha come finalità lo studio del settore floricolo italiano al fine di ottenere utili informazioni relativamente ai seguenti punti:
1. riduzione dei costi di produzione;
2. contenimento dei fabbisogni energetici;
3. compatibilità delle soluzioni tecnologiche con la qualità delle produzioni;
4. ottimizzazione degli aspetti logistici come fattori di competitività.

In particolare, l’attività scientifica è la scelta ponderata di siti, ricadenti nel territorio della Regione Basilicata, per l’insediamento di attività produttive adibite alla coltivazione di specie da fiore in serra, mediante l’implementazione ed utilizzo di una specifica procedura G.I.S. che, mediante operazioni di analisi spaziale e metodologie di geostatistica, a partire da informazioni orografiche e climatiche del territorio lucano possa consentire la realizzazione di una specifica Carta della potenzialità alla localizzazione di aree vocate alla floricoltura in serra.

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Università degli Studi della Basilicata Dipartimento di Scienze dei Sistemi Colturali, Forestali e dell’Ambiente Sezione di Ortofloricoltura _______________________________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________________________ Tesi di Laurea Specialistica in Scienze e Tecnologie Agrarie “I Sistemi Informativi Territoriali per l’individuazione delle aree vocate alla floricoltura in Basilicata” _______________________________________________________________________________________________________________________________________________ pagina 3 1. INTRODUZIONE Le colture protette nel sistema agro-industriale italiano rivestono una notevole importanza economica per la loro ragguardevole estensione (oltre 40.000 ha, ISTAT, 2004) e per la produzione di prodotti orticoli freschi e di prodotti floricoli da destinare all’esportazione. I sistemi di protezione delle colture, diffusi in Italia su larga scala a partire dagli anni sessanta del XX secolo, comprendono mezzi di difesa di semplice realizzazione come protezioni per pianta singola, campane di carta, in film plastico, reti ombreggianti, reti antigrandine, reti frangivento, film pacciamanti etc., mezzi per la semiforzatura di tunnel piccoli, medi e grandi, ed apprestamenti per la forzatura vera e propria quali sono le serre. In particolare, le serre intese, come “sistemi agricoli controllati”, consentono di realizzare le condizioni ambientali ottimali per i processi produttivi vegetali nel rispetto della legge dei “fattori limitanti”; inoltre, l’apprestamento protetto consente di gestire elevati incrementi produttivi per unità di superficie e nel contempo offre la possibilità di programmare le produzioni in funzione delle richieste di mercato. Allo stato attuale i sistemi tecnologici impiegati nella regolazione dei parametri ambientali negli apprestamenti protetti sono fortemente diversificati e possono essere direttamente commisurati alle specifiche realtà tecnico-economiche delle aziende; si stima che in Italia il condizionamento riguardi circa il 30% delle serre. Vengono controllati principalmente la temperatura, l’umidità relativa, il contenuto di anidride carbonica dell’aria, la temperatura del terreno, l’intensità e la durata della luce, e solo negli impianti più moderni, si registra l’utilizzo di elaboratori elettronici nella gestione della serra e delle apparecchiature ivi presenti. Il controllo e la regolazione dei fattori climatici nei confronti dei processi colturali risulta più o meno impegnativo in termini tecnico-energetici, quanto più elevata è la differenza di ciascuno dei fattori da controllare, rispetto all’entità che lo stesso assume all’esterno dell’apprestamento. Le produzioni florovivaistiche appartengono ad un comparto agricolo tra i più globalizzati e, come tale, soggetto alle oscillazioni di un mercato mondiale che, per quanto regolamentato, è gradualmente orientato verso la liberalizzazione degli scambi con azioni sempre più a favore, tramite accordi multilaterali, dei Paesi in via di sviluppo. A riguardo l’Italia, come Paese membro dell’Unione Europea, è tenuta a determinare e a rispettare le Direttive comunitarie in materia, ma si trova a competere all’interno della stessa Unione, in particolare con Francia, Olanda e Belgio, in condizioni fortemente disomogenee non solo per gli aspetti tecnologici e organizzativi, ma anche per quelli fiscali, quelli legati alla segmentazione dell’offerta o, ancora, quelli conseguenti alla distanza geografica di determinate aree del Paese dai principali mercati esteri (Germania, Francia, Olanda, Svizzera, Regno Unito, etc.). Per le condizioni climatiche e per la tradizione culturale e professionale che la contraddistingue, l’Italia, tuttavia, detiene un ruolo significativo e riconosciuto in tale settore, ma che, in prospettiva, non potrà essere facilmente mantenuto vitale e competitivo se non si ricorrerà alla programmazione di obiettivi

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