L'Italia delle migrazioni interne negli anni del "miracolo economico"
Questo lavoro affronta il tema delle migrazioni interne in Italia negli anni del “miracolo economico”, con l'auspicio di far luce su quelli che sono i vari e molteplici aspetti di questa vicenda migratoria, che ha portato milioni di italiani, fra gli anni cinquanta e sessanta del '900, a spostarsi da una parte all'altra del Paese, in particolare da Sud a Nord.
Si è trattato di un enorme processo di ridistribuzione geografica della popolazione, determinato dalla crescita di opportunità di lavoro innescate dallo sviluppo economico, concentrato nel cosiddetto triangolo industriale, compreso trai i poli di Milano, Torino e Genova, avviando la nostra penisola, a partire dal secondo dopoguerra, ad un'epoca di straordinari cambiamenti sociali e di forte modernizzazione.
Eppure lo studio delle migrazioni interne in Italia sembra abbia ricoperto un ruolo del tutto minoritario nel più vasto panorama di studi e ricerche sul fenomeno migratorio, oscurando anche le analogie presenti tra questo fenomeno migratorio nostrano e quello odierno che vivono i numerosissimi stranieri immigrati nel nostro Paese, provenienti sopratutto dal cosiddetto “Terzo Mondo”. I disagi, le difficoltà e le sofferenze che questi migranti incontrano sono le stesse che cinquanta anni fa hanno vissuto i meridionali che si spostavano nel Nord, ricco e industriale, della penisola.
Ho deciso, pertanto, di ripercorrere le tappe che hanno portato a questo ingente flusso migratorio, analizzando le motivazioni e le cause della partenza e i disagi dell'arrivo (dall'iniziale condizione di clandestinità, alle difficoltà nel trovare una sistemazione abitativa e lavorativa, a quelle dell'inserimento e del rapporto con gli autoctoni). Tra le città che in quegli anni attiravano i meridionali ho scelto di concentrarmi su un particolare contesto urbano, Torino, poiché è stata la città che più di ogni altra ha incarnato il mito del riscatto, il miraggio del benessere per tutti. L'ex capitale d'Italia, infatti, per il suo particolare contesto nettamente definito dalla più grande industria italiana, la Fiat, potente catalizzatore di forza-lavoro, ha accolto il maggior numero di immigrati meridionali, meritandosi il “titolo” di più grande città del Sud dopo Napoli e Palermo.
La complessa realtà torinese è stata indagata sia attraverso la “lettura” di quotidiani, riviste, letteratura e cinematografia dell'epoca, che hanno mostrato come la rappresentazione, quasi sempre stereotipata, che si è data del fenomeno ha influenzato la percezione che di esso si è avuta, contribuendo ad alimentare forme di pregiudizio e di razzismo, velate e esplicite; sia per mezzo delle interviste, da me realizzate, agli “immigrati di ieri” non ancora “piemontesi di oggi”, che hanno messo in luce non solo la drammaticità dell'esperienza vissuta, ma anche la potenzialità che essa tuttora racchiude. La particolare condizione dell'immigrato, infatti, sospeso tra due culture, quella di origine, alla quale resta ancora strettamente legato, come si rileva dalle interviste, e quella di arrivo, svelano come i valori e le tradizioni della terra natia, “mitologicamente” rievocate e riprodotte, inserite in un contesto diverso, quello appunto della città, non solo vengano messe in discussione, ma si trasformano, mostrando come la cultura non sia statica ed immutabile. L'”ibridazione culturale” che ne risulta, di cui le seconde e le terze generazioni di immigrati rappresentano il prodotto, potrebbe (e dovrebbe) costituire un ponte in grado finalmente di unire un paese che di fatto, ancora oggi, lo è solo geograficamente.
Si auspica, dunque, una ripresa di interesse per le implicazioni che le migrazioni interne hanno prodotto e producono, che sia in grado di rendere meno lacunosa la conoscenza di un fenomeno sicuramente di enorme portata.
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Informazioni tesi
Autore: | Giuseppina D'onofrio |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze per la cooperazione allo sviluppo |
Relatore: | Sandro Mezzadra |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 141 |
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