I ritardi nella scoperta delle frodi manageriali - Il caso BPL
Questa tesi si propone di ampliare la letteratura esistente in materia di frodi manageriali e cause di ritardo nella loro scoperta, analizzando il ruolo di alcune dinamiche socio-cognitive come possibile causa di ritardi nella scoperta di queste frodi; a partire da una precedente ricerca realizzata sull’argomento, si cerca di dimostrare come, insieme ad altri fattori ed in determinate circostanze, l’acquisizione e l’utilizzo di categorie cognitive errate da parte dei diversi soggetti che giudicano l’organizzazione (mass media, agenzie di rating, pubblici influenti) li porti a sviluppare una visione distorta dei segnali provenienti da quest’ultima, causando così ritardo nella scoperta di eventuali frodi ed illeciti manageriali.
La ricerca, che si basa sullo studio di un caso di frode compiuta per almeno otto anni senza essere scoperta, è svolta attraverso l’analisi di documenti interni ed esterni alla Banca e suggerisce che la causa principale del ritardo nello scoprire la frode sia stata un’impropria o mancata interpretazione, da parte dei diversi soggetti giudicanti, dei segnali e delle notizie che provenivano dall’organizzazione: si evidenzia infatti come questi segnali non fossero recepiti ed interpretati correttamente dagli osservatori, in quanto discordanti rispetto alle categorie cognitive che questi avevano sviluppato nel giudicare l’organizzazione.
Nei primi due capitoli vengono quindi approfonditi, attraverso l'ausilio di una ricca bibliografia fatta di articoli apparsi sulle maggiori riviste internazionali del settore, la letteratura esistente in materia ed il background teorico sul quale questa tesi si inserisce: nel primo capitolo sono approfonditi il concetto di frode, le diverse categorie di frodi esistenti e le cause che sono alla base di esse; nel secondo capitolo, vengono invece illustrate le principali teorie sui motivi dei ritardi della scoperta delle frodi manageriali e viene introdotta l’ipotesi teorica che è alla base di questo lavoro.
Nel terzo capitolo, a sua volta suddiviso in tre paragrafi principali, viene preso in esame il caso della Banca Popolare di Lodi quale esempio di caso di frode manageriale non rilevata per otto anni a causa dell’azione di alcune dinamiche socio-cognitive. Nel primo paragrafo sono riassunte la storia di BPL e le tappe salienti che hanno portato alla scoperta della frode nel 2005; nel secondo paragrafo viene ampiamente illustrata la comunicazione che BPL ha dato negli anni dei propri risultati e dei propri obiettivi, ipotizzando che questa comunicazione abbia fortemente influenzato le analisi degli attori della comunità finanziaria e che sia alla base delle categorie cognitive errate che questi hanno sviluppato nei confronti dell’organizzazione; nel terzo ed ultimo paragrafo, vengono infine analizzati i documenti prodotti dai financial markets’ participants, evidenziando le categorie cognitive che ne hanno guidato le analisi prima e dopo la scoperta della frode. É interessante rilevare come queste categorie cognitive, sviluppate nel tempo, vengano dapprima messe in discussione quando l’organizzazione incontra le prime difficoltà economiche, e vengano sostituite da nuove categorie che rispecchiano la vera natura fraudolenta dell’organizzazione soltanto in un secondo momento, quando la frode è ormai di pubblico dominio.
In questo senso, questa tesi si propone di individuare l’azione di alcune dinamiche socio-cognitive come possibili cause di ritardi nella scoperta delle frodi manageriali.
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Informazioni tesi
Autore: | Filippo Crotta |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) |
Facoltà: | Comunicazione, relazioni pubbliche e pubblicità |
Corso: | Relazioni pubbliche e comunicazione d'impresa |
Relatore: | Pietro Alberico C. Mazzola |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 91 |
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