Cinema Fashion
La prima parte dell’elaborato è dedicata al ventennio fascista: i primi film apparsi sotto la dittatura.
L’apporto del costume in un progetto cinematografico ricopre un ruolo fondamentale. Aiuta a definire, a modellare il carattere e l’indole del personaggio, oltre ad aiutare la contestualizzazione storico-spaziale dell’intera opera. Alle origini del cinema, nel “silent era”, breve periodo in cui i film veri e propri vedono la luce (1915- 1927), il costume è parte di un linguaggio ancor più basilare, non avendo ancora gli attori la possibilità della parola.
Il progetto di tesi va a ricercare alle origini la concezione del costume, concentrandosi soprattutto sulle produzioni cinematografiche d’Italia e Stati Uniti, con un’analisi approfondita (sempre dal punto di vista costumistico) di due film-simbolo dei due paesi: “Rapsodia Satanica”, “Flesh and the devil”.
Si passa poi in rassegna delle giovani celebrità dello schermo e del germe del divismo oramai radicato anche in Italia, sino all’exploit degli anni Trenta, periodo in assoluto di maggiore influsso cinematografico sulla moda, e gli anni Quaranta.
Continua con la moda nel dopoguerra, e il miracolo economico italiano degli anni Cinquanta e Sessanta. Il cinema ha spesso raccontato la storia in film che hanno superato le epoche.
Gli anni Cinquanta costituirono il decennio più importante per la trasformazione del paese, del cinema e della moda. Le più famose star di Hollywood giunsero a Roma durante il ribattezzato periodo della “Hollywood sul Tevere”, trasformando la città non solo nella capitale del cinema, ma soprattutto della moda.
I grandi sarti aprirono i loro atelier nella città eterna, legando i loro nomi alle dive italiane e straniere. Tra i maggiori creatori spiccarono le Sorelle Fontana che, con l’abito nuziale di Linda Christian, modello che più di ogni altro ebbe risonanza nel mondo della moda, diedero inizio al connubio moda - cinema. La prima parte dell’elaborato termina agli albori degli anni ’60 con il film che più di ogni altro ha raccontato il cambiamento dell’Italia durante il Boom: “La dolce vita” di Federico Fellini.
La seconda parte si concentra sul ruolo che la moda ha nel portare lo stile sul grande schermo, focalizzando l’attenzione sull’evolversi dell’immagine della donna nel corso della storia del cinema.
In conclusione Cinema e moda, moda e cinema sono il binomio dei sogni. Che si tratti di Armani e Claudia Cardinale, Christian Dior e Marlene Dietrich, o Coco Chanel e Delfine Seyring, la moda e il cinema si celebrano a vicenda e vivono l’una dell’altro. Il cinema, che si fa moda, prende corpo nelle dive, sia nella loro stretta collaborazione con i costumisti, sia come testimonial fuori dal set di stilisti di fama internazionale.
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Informazioni tesi
Autore: | Laura Migliaccio |
Tipo: | Diploma di Laurea |
Anno: | 2010-11 |
Università: | ISD - Istituto Superiore di Design Napoli |
Facoltà: | Fashion Design |
Corso: | Fashion Design |
Relatore: | Carmine Distefano |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 173 |
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Quando l'abito è il messaggio. Il costume cinematografico come costruzione identitaria.
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