I test cardirespiratori nel triathlon: dal laboratorio al campo, un'analisi dell'affidabilità e predittività dei dati

Il recente e ampio sviluppo a livello mondiale del triathlon ha evidenziato una serie di problemi associati all'ottimizzazione delle prestazioni.
L'assenza di soluzione di continuità tra le 3 discipline di questo sport comporta che i triatleti passino dall'una all'altra mostrando ottime capacità condizionali quali forza, resistenza, velocità e ottime capacità coordinative necessarie ad esprimere, durante lo sforzo, gestualità sportive completamente differenti tra loro.
Il triathlon è una specialità unica dove nuoto, bici e corsa vengono definite secondo parametri e specificità diversi rispetto alle stesse discipline considerate singolarmente. I passaggi dal nuoto al ciclismo e da quest'ultimo alla corsa rappresentano due momenti delicati nell'intera competizione. Per questo, le implicazioni metaboliche e le abilità tecniche richieste in tali situazioni devono essere analizzate e considerate ai fini della preparazione di una gara di triathlon. L'obiettivo dell'elaborato è stato quello di valutare i vincoli biomeccanici e fisiologici cercando di capire quali fossero le soluzioni per minimizzare gli effetti causati dai cambi di disciplina, focalizzando l'attenzione sulla seconda transizione, la quale si è vista avere enormi risvolti fisiologici dovuti al passaggio dal regime concentrico del ciclismo al riutilizzo del ritorno elastico della corsa. Inoltre, si è cercato di capire quanto i test di valutazione eseguiti in laboratorio siano validi per trasferire sul campo, in termini di metodologia d'allenamento, i dati e, allo stesso modo, quanto quest'ultimi potessero essere affidabili per prevedere le prestazioni di gara.