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Tra fisica quantistica e cinema - Proposta di percorso interdisciplinare

Una premessa metodologica risulta necessaria per evidenziare il carattere arbitrario di un lavoro eretto sulla base di collegamenti tra discipline piuttosto eterogenee quali la fisica, la filosofia ed il cinema. Riteniamo di conseguenza utile una lettura dettata solo in minima parte dal rigore: il testo che segue rappresenta una sorta di “pastiche”, siamo pertanto consapevoli dell’innegabile (e inevitabile) rischio di volgarizzare alcuni temi complessi, dal momento che ci avventureremo con presunzione in un terreno composito di tali competenze tradizionalmente considerate diametralmente opposte, come campo scientifico ed umanistico; sicuramente commetteremo errori, formuleremo delle ingenuità, col derivante azzardo di definire in maniera insufficiente e fumosa certi concetti.
Proietteremo la filosofia e la fisica sul cinema (e viceversa) alla stregua di mappe e simboli per orientarci nelle parabole narrative dei film in questione, coscienti del fatto di servirci di rappresentazioni della realtà tarate su livelli differenti, come se si intendesse ad esempio partire per un viaggio utilizzando una cartina esclusivamente orografica, senza alcuna indicazione di strade. Come abbiamo precisato, non è tuttavia il rigore l’obiettivo della presente ricerca, relazione che intendiamo presentare come una semplice introduzione al dibattito, un invito a un percorso, ad un viaggio, se riprendiamo la metafora precedente, con la convinzione che le mappe (cioè i vari campi disciplinari in questione) rappresentino la medesima realtà da differenti angolazioni prospettiche: griglie metodologiche eterogenee verticalmente sovrapposte ed integrate a vicenda in una sorta di simbiosi per l’osservazione dello stesso oggetto in analisi.

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5 0.0 Parte introduttiva 0.1 Premessa metodologica Una premessa metodologica risulta necessaria per evidenziare il carattere arbitrario di un lavoro eretto sulla base di collegamenti tra discipline piuttosto eterogenee quali la fisica, la filosofia ed il cinema. Riteniamo di conseguenza utile una lettura dettata solo in minima parte dal rigore: il testo che segue rappresenta una sorta di “pastiche”, siamo pertanto consapevoli dell’innegabile (e inevitabile) rischio di volgarizzare alcuni temi complessi, dal momento che ci avventureremo con presunzione in un terreno composito di tali competenze tradizionalmente considerate diametralmente opposte, come campo scientifico ed umanistico; sicuramente commetteremo errori, formuleremo delle ingenuità, col derivante azzardo di definire in maniera insufficiente e fumosa certi concetti. Proietteremo la filosofia e la fisica sul cinema (e viceversa) alla stregua di mappe e simboli per orientarci nelle parabole narrative dei film in questione, coscienti del fatto di servirci di rappresentazioni della realtà tarate su livelli differenti, come se si intendesse ad esempio partire per un viaggio utilizzando una cartina esclusivamente orografica, senza alcuna indicazione di strade. Come abbiamo precisato, non è tuttavia il rigore l’obiettivo della presente ricerca, relazione che intendiamo presentare come una semplice introduzione al dibattito, un invito a un percorso, ad un viaggio, se riprendiamo la metafora precedente, con la convinzione che le mappe (cioè i vari campi disciplinari in questione) rappresentino la medesima realtà da differenti angolazioni prospettiche: griglie metodologiche eterogenee verticalmente sovrapposte ed integrate a vicenda in una sorta di simbiosi per l’osservazione dello stesso oggetto in analisi. Non siamo certo i primi a tentare un percorso del genere: citiamo ad esempio la premessa metodologica di un testo di J.Cabrera 1 , il quale, all’interno del capitolo “Cinema e filosofia, per una critica della ragion logopatica”, mette in guardia dal definire la filosofia 1 Il testo di riferimento è J.Cabrera, Da Aristotele a Spielberg : capire la filosofia attraverso i film, a cura di M.Di Sario, Milano, Mondadori, 2000.

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