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Gli obblighi degli intermediari nel collocamento degli strumenti finanziari

Negli ultimi anni il tema dell’educazione finanziaria ha assunto una crescente importanza in risposta ai drastici cambiamenti che stanno interessando lo scenario globale dei mercati finanziari. La maggiore complessità dei mercati finanziari (in termini di prodotti/servizi, strumenti e canali di offerta), il trasferimento dei rischi dalle Istituzioni al cittadino, le dinamiche socio-demografiche e il mutamento degli stili di vita dei consumatori sono i quattro driver che hanno destato con forza l’attenzione dei Governi nazionali su tale tema. In particolare, a livello internazionale si osserva la convergenza di tre fattori critici:

- la sostenibilità del sistema previdenziale nel medio-lungo termine;
- il crescente indebitamento delle famiglie;
- livelli non sempre adeguati di cultura finanziaria.

I fenomeni in atto aumentano la complessità nelle scelte finanziarie degli individui, la cui qualità si riflette, in ultima istanza, sull’efficienza del sistema finanziario e sull’economia complessiva di ogni Paese. Il miglioramento del livello dell’educazione finanziaria - intesa come il processo attraverso il quale il consumatore/investitore migliora la propria comprensione di prodotti e nozioni finanziarie, sviluppa le capacità e la fiducia necessarie per diventare maggiormente consapevole dei rischi e delle opportunità finanziarie, per effettuare scelte informate, comprendere a chi chiedere supporto e mettere in atto altre azioni efficaci per migliorare il proprio benessere finanziario - permette di attivare un circolo virtuoso di crescita del Paese.
Gli interessi in gioco sono molteplici in quanto il miglioramento della cultura finanziaria della popolazione coinvolge direttamente il Paese, il sistema finanziario e i singoli cittadini.
Lo scenario italiano è simile a quello riscontrato anche nella maggioranza dei Paesi analizzati a livello internazionale: il livello di cultura finanziaria è in generale basso e poco adeguato a rispondere alle sfide che i nuovi scenari pongono nei confronti dei consumatori.
La maggioranza degli Italiani percepisce barriere oggettive all’informazione finanziaria e più del 70% si giudica poco preparato in materia di decisioni finanziarie e avverte l’esistenza di vincoli alla comprensione delle informazioni di natura finanziaria.
Il 65% dei ragazzi tra gli 11 e i 25 anni si mostra poco o per nulla interessato alla gestione del risparmio e più del 70% non ha alcuna competenza in materia.
L’assenza di una strategia a livello nazionale dedicata all’educazione finanziaria e di un soggetto “istituzionalmente” dedicato a coordinare e guidare le iniziative unitamente al mancato coinvolgimento del sistema educativo sono tra i principali punti critici che le Istituzioni e il sistema economico-finanziario devono considerare.
Anche all’estero gli interessi pubblici e privati sono molteplici e il primo passo è stata l’individuazione di un soggetto cui delegare il compito di agire da interfaccia per recepire e contemperare le esigenze e le necessità manifestate dai diversi stakeholder coinvolti e guidare/coordinare le iniziative in atto.

Alla luce dell’analisi della principale casistica internazionale, è possibile formulare alcuni possibili provvedimenti per favorire il miglioramento del livello di educazione finanziaria nel nostro Paese(...).

Nel mondo tutte le maggiori economie - inclusa l’Unione Europea - si stanno attivando per sostenere e migliorare l’educazione finanziaria dei cittadini: in Europa, l’Italia è allineata agli altri Stati Membri ma deve recuperare il gap rispetto ai first mover per non restare indietro in questo percorso di miglioramento. Occorre agire in un’ottica sinergica che coinvolga tutte le componenti del Sistema Paese.
In Italia un importante lavoro è stato portato avanti dal Consorzio PattiChiari, promosso nel settembre 2003 dall’Associazione Bancaria Italiana per costruire una nuova relazione tra le banche e i cittadini, le famiglie e le imprese basata su una maggior fiducia e un dialogo chiaro, comprensibile e trasparente.

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IV Premessa Negli ultimi anni diversi fattori concomitanti hanno influenzato le scelte di investimento dei risparmiatori. La caduta dei tassi di interesse, la quale ha deluso il risparmiatore per il rendimento dei propri risparmi, la crescita prima e il successivo crollo delle Borse azionarie, a causa del susseguirsi di scandali finanziari, associate all’innovazione di prodotto proposta dagli intermediari finanziari, hanno avvicinato il “BOT People” a nuovi e spesso più rischiosi strumenti finanziari. L’innovazione tecnologica ha consentito la nascita di “nuovi” servizi. Il trading on line ha riscosso successo tra gli investitori retail favorendo lo sviluppo di diverse modalità di accesso ai servizi di investimento. Gran parte degli investitori on line, attratti dai vantaggi funzionali e di costo nonché dal contenuto ludico del nuovo servizio, hanno tuttavia imparato a proprie spese i rischi dell’investimento “fai da te”. Nonostante la cultura finanziaria dei risparmiatori sia aumentata l’avvicinamento ai nuovi prodotti/servizi non è sempre stato pienamente consapevole soprattutto nella valutazione delle varie tipologie di rischio ad essi associati. Infatti, dall’ultima indagine svolta dall’ACRI, l’Associazione delle Casse di Risparmio Italiane e delle Fondazioni di Origine Bancaria, in occasione della giornata Mondiale del Risparmio, è emerso che la maggior parte degli italiani percepisce barriere oggettive all’informazione finanziaria e più del 70% si giudica piuttosto

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