Subappalto e mafia: analisi della disciplina a tutela dei subcontratti dalle infiltrazioni mafiose.
La seguente tesi costituisce il diploma di licenza specialistica conseguito presso la Scuola Superiore Sant'Anna di Studi Universitari e Perfezionamento.
Essa ha ad oggetto la disciplina del subappalto e, più in generale, dei subcontratti utilizzati nella realizzazione di opere pubbliche. Più precisamente, si è voluto analizzare la tutela penalistica che il legislatore ha apportato.
Il lavoro si articola in tre capitoli. Nel primo si inquadrano gli elementi della questione: esame sull'inquadramento dogmatico del subappalto pubblico e sue differenze da quello disciplinato dal diritto privato; definizione del problema delle infiltrazioni da parte di organizzazioni criminali di stampo mafioso che, tramite i subappalti, riescono a controllare gli appalti e a garantirsi un cospicuo di afflusso di denaro pubblico da destinare al perseguimento di fini illeciti. In particolar modo la mafia si avvale, da un lato, della sua capacità intimidatrice, dall'altro lato, della capacità di creare accordi e di far partecipare alla spartizione degli appalti numerosi esponenti dell'imprenditoria (ad es. il piano di rotazione programmata degli appalti). Oltre che ad ottenere gli appalti, la mafia è in grado di condizionare gli esiti delle procedure di affidamento, favorendo solamente gli imprenditori ad essa fedeli.
Nel secondo capitolo viene esaminata la lunga evoluzione della disciplina amministrativa relativa al rilascio dell'autorizzazione, da parte delle stazioni appaltanti, a svolgere il subappalto. Vengono esaminati il r.d. 2248/1865 all. F, la legge Rognoni-La Torre, la l. 55/1990 e le sue modifiche subite nel corso degli anni Novanta (ll. Merloni, Merloni-bis, Merloni-ter) per arrivare, infine, all'attuale art. 118 del Codice dei Contratti Pubblici che disciplina il regime di autorizzazione allo svolgimento dei subcontratti.
Si potrà notare come l'autorizzazione, originariamente caratterizzata per essere una semplice forma di assenso manifestata dalla Pubblica Amministrazione, si sia progressivamente arricchita di requisiti, dovuti alla crescente consapevolezza, da parte del legislatore, dell'estrema facilità con cui le cosche mafiose si inserivano nelle procedure di assegnazione e riuscivano a manipolarle. Molto importante è stata la l. 55/1990 che all'art. 18 ha introdotto una serie di puntuali requisiti che hanno cercato di limitare tali infiltrazioni e di fissare dei criteri con cui le pubbliche amministrazioni potessero orientare il loro operato. Fondamentale è stata l'innovazione apportata dal legislatore che ha unificato numerose categorie contrattuali quali il subappalto, il cottimo, il nolo a caldo, il contratto con posa in opera in un'unica figura giuridica. Ha così posto fine ad una stagione giurisprudenziale in cui si è cercato di estendere, mediante interpretazioni orientate, la tutela amministrativa e penale, di cui godevano il subappalto ed il cottimo, anche ad altre tipologie contrattuali, molto usate nella prassi, che però non avevano alcuna definizione giuridica. Con il nuovo Codice dei Contratti Pubblici, si è realizzata l'unificazione della disciplina, abbandonando il criterio nominalistico ed inserendo dei requisiti numerici il cui superamento comporta l'applicazione della normativa di tutela amministrativa e penale.
L'ultimo capitolo è dedicato alle fattispecie penali. Si tratta, in particolar modo, dell'art. 21 della legge Rognoni-La Torre, che sanziona il subappaltatore, l'appaltatore ed il cottimista che effettuino un subappalto in assenza di autorizzazione amministrativa, e degli artt. 10-bis e 10-quinquies della l. 575/1965, ora trasfusi nell'art. 74 del nuovissimo Codice Antimafia, che puniscono i funzionari pubblici che consentano la conclusione di subcontratti in assenza dei requisiti previsti dalla legge.
Grande spazio viene inoltre dato ad uno degli strumenti più importanti usati nella lotta alla mafia: le misure di prevenzione. Tali provvedimenti si legano in maniera indissolubile alla concessione dell'autorizzazione per il subappalto, in quanto la loro applicazione in capo al richiedente o al subappaltatore o al cottimista costituisce causa ostativa alla concessione.
Questo lavoro esamina l'evolversi della disciplina delle misure di prevenzione che si sono via via arricchite fino a costituire una branca significativa del diritto penale, su cui è intervenuto il Codice Antimafia.
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Informazioni tesi
Autore: | Andrea Presotto |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Scuola Sup. di Studi Univ. e Perfezionamento S.Anna di Pisa |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Gaetana Morgante |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 136 |
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