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Rispetto del segreto professionale e della privacy da parte del medico in presenza di HIV

Mantenere il segreto su tutto ciò che si apprende in occasione del rapporto professionale che il medico intraprende con il malato non è solo un’incombenza formale, né un semplice obbligo giuridicamente sancito. Il malato, nel momento in cui si affida alle cure del medico, riconosce a quest’ultimo il potere di gestire la propria salute e necessariamente gli affida anche tutte le informazioni che riguardano la propria vita sociale. Pertanto l’obbligo di riservatezza del medico si estende su tutto l’ambito della vita del malato . Il medico deve rispettare nel modo più assoluto la persona che assiste: tale rispetto costituisce il “credo” della sua professione; ma nello stesso tempo deve rispettare la sua coscienza, il codice deontologico e le leggi. Il ché vuol dire sapere quali sono le giuste cause di rivelazione del segreto professionale e il tenore dell’articolo 622 del codice penale.
Infatti, nella molteplicità dei casi che si dispiegano nello svolgimento della professione sanitaria, molti sono gli interrogativi cui il medico si può trovare a dover rispondere: ha il dovere di informare le Autorità competenti se la malattia del suo assistito può compromettere l’integrità fisica di altre persone? Come ci si deve comportare di fronte ad un proprio assistito che si sa essere affetto da manifestazioni epilettiche, sconosciute però al datore di lavoro e che magari svolge attività di guida di veicoli a motore? Come ci si deve comportare di fronte ad una persona affetta da AIDS e che esige dal medico di non rivelare la diagnosi al suo partner? Quale deve essere il comportamento del medico nei riguardi di una minore in stato di gravidanza che vuole celare tale condizione ai propri genitori? Come ci si deve comportare di fronte ad un minore affetto da una malattia a trasmissione sessuale che chiede di non informare i genitori? Quale valore dare alla richiesta dell’assistito di non rivelare le proprie condizioni di salute ad una Compagnia di assicurazione, con la quale magari intende stipulare (o abbia già stipulato) una polizza vita o una polizza malattia?

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1 INTRODUZIONE. Venticinque secoli fa Ippocrate aveva individuato nella segretez- za uno dei cardini su cui si imperniavano i rapporti tra medico e pa- ziente. Tutto ciò è valido ancora oggi in quanto il principio della ri- servatezza non solo ha carattere di attualità, di immutabilità, di uni- versalità e di verità per la medicina, ma è elemento essenziale della medicina: non vi può essere rapporto di fiducia se non vi è la sicurez- za per il paziente della riservatezza del medico. Sarebbe riduttivo i- dentificare la riservatezza del medico con l‟obbligo di mantenere il se- greto che fa capo a chi esercita una professione sanitaria. Il concetto di riservatezza è assai più ampio ed in esso rientrano moltissime mani- festazioni della vita di relazione del paziente. La riservatezza del me- dico è elemento fondamentale della corretta condotta nell‟ambito di un rapporto assolutamente fiduciario idoneo a svolgere compiuta- mente ed adeguatamente il ruolo della produzione del bene salute. Mantenere il segreto su tutto ciò che si apprende in occasione del rapporto professionale che il medico intraprende con il malato non è solo un‟incombenza formale, né un semplice obbligo giuridi- camente sancito. Il malato, nel momento in cui si affida alle cure del medico, riconosce a quest‟ultimo il potere di gestire la propria salute e

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Informazioni tesi

  Autore: Sabino Preziusi
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Urbino
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Franco Fabroni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 176

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