Prospettive evolutive del principio di autodeterminazione dei popoli: l'utilizzo dello strumento referendario come mezzo risolutivo delle rivendicazioni secessionistiche
La presente ricerca mira a sondare le problematiche relative all’interpretazione e applicazione del principio di autodeterminazione dei popoli e a proporre un approccio che implichi un maggior apprezzamento del potenziale democratico insito nel principio stesso. Il tentativo audace è stato quello di trasporre la questione giuridica dal piano internazionale a quello costituzionale, in modo tale che il principio possa coniugarsi anche nella sua forma più radicale, quella secessionista, e possa rappresentare così uno dei possibili diritti a disposizione del gruppo minoritario.
Per fare questo, l’esposizione prende le mosse da quella che viene denominata “interpretazione tradizionale”: lungo il corso del capitolo 1, vengono esaminate le origini, le manifestazioni e gli sviluppi del principio di autodeterminazione nella sua dimensione interna ed esterna. Ripercorrendo le principali fonti internazionali e la giurisprudenza della Corte di Giustizia Internazionale, si è delineato il contenuto del principio di autodeterminazione, ponendo particolare attenzione alla recente questione del Kosovo e alla relativa dottrina della remedial secession.
Successivamente il capitolo 2 si è occupato della “prospettiva democratica” del principio. Per risolvere il problema del valore morale o politico che spesso si cela dietro l’applicazione del principio di autodeterminazione, sono state prese in considerazione alcune teorie filosofiche che comportano una lettura più democratica dell’ideologia sottesa al principio di autodeterminazione. Proposta comune a molti degli autori citati è l’opportunità di costituzionalizzare il principio di autodeterminazione: la regolamentazione della secessione permette di incanalare il fenomeno su binari giuridici, limitando così l’alto tasso di emotività che molto spesso coinvolge il dibattito sul tema.
La costituzionalizzazione della secessione comporta la necessità di individuare un processo, e in particolare uno strumento, in grado di rispondere a queste esigenze. In virtù di questa considerazione, nel capitolo 3 si è studiata l’applicazione dell’istituto referendario in relazione alle fattispecie classiche del principio di autodeterminazione dei popoli, mentre nel capitolo 4 l’analisi si è concentrata su quella casistica che può essere relazionata alla prospettiva democratica sopra descritta.
Infine, il capitolo 5 si è soffermato sul caso catalano e sull’analisi della normativa riguardante la possibilità in capo alle istituzioni della comunità autonoma di poter indire una consultazione popolare avente ad oggetto il futuro politico della regione.
Dall’intero progetto si possono trarre alcune conclusioni: se inserita all’interno di un processo negoziato caratterizzato da legalità e democraticità, la secessione viene “addomesticata”; questo processo autodeterminativo non può prescindere da una libera espressione della volontà dei cittadini; lo strumento referendario può essere parte centrale o ausiliare del processo solo laddove esso sia concertato tra i vari livelli di governo; la secessione deve essere considerata una extrema ratio e per questo è dovere delle autorità centrali instaurare un dialogo costruttivo che si incentri sulla proposizione di soluzioni alternative che possano garantire l’interesse alla stabilità della comunità internazionale.
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Informazioni tesi
Autore: | Riccardo Bizzotto |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2016-17 |
Università: | Università degli Studi di Trento |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Percorso europeo e transnazionale |
Relatore: | Jens Woelk |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 154 |
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