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Orientamenti giurisprudenziali in tema di revocatoria fallimentare delle rimesse bancarie

In questo mio lavoro, tratterò di uno degli argomenti più dibattuti negli ultimi vent’anni, nell’ambito del diritto fallimentare, ossia, la revocatoria delle rimesse bancarie.
Più specificamente, oggetto della mia indagine saranno gli effetti che la dichiarazione di fallimento di un imprenditore provoca sui versamenti effettuati sul conto corrente dell’imprenditore in questione. Poiché l’art. 67 l. fall., il quale disciplina l’azione revocatoria nel fallimento, non tratta ex professo della possibile revocatoria di tali atti, comunemente detti rimesse, tutte le questioni inerenti alla loro revocabilità si incentrano, quindi, sulla loro riconducibilità nell’alveo dei pagamenti di debiti liquidi ed esigibili, per i quali, se il curatore prova che l'altra parte conosceva lo stato d'insolvenza del debitore, la legge fallimentare prevede la revocabilità se compiuti entro l'anno anteriore alla dichiarazione di fallimento.

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5 INTRODUZIONE In questo mio lavoro, tratterò di uno degli argomenti più dibattuti negli ultimi vent’anni, nell’ambito del diritto fallimentare, ossia, la revocatoria delle rimesse bancarie. Più specificamente, oggetto della mia indagine saranno gli effetti che la dichiarazione di fallimento di un imprenditore provoca sui versamenti effettuati sul conto corrente dell’imprenditore in questione. Poiché l’art. 67 l. fall., il quale disciplina l’azione revocatoria nel fallimento, non tratta ex professo della possibile revocatoria di tali atti, comunemente detti rimesse, tutte le questioni inerenti alla loro revocabilità si incentrano, quindi, sulla loro riconducibilità nell’alveo dei pagamenti di debiti liquidi ed esigibili, per i quali, se il curatore prova che l'altra parte conosceva lo stato d'insolvenza del debitore, la legge fallimentare prevede la revocabilità se compiuti entro l'anno anteriore alla dichiarazione di fallimento. Inoltre, come vedremo, secondo l’orientamento giurisprudenziale ormai consolidatosi, le rimesse bancarie possono assumere una duplice funzione e cioè, a seconda se affluiscano su un conto corrente affidato o meno, saranno rispettivamente: o semplici atti ripristinatori della provvista messa a disposizione dall’istituto di credito al proprio correntista, o atti solutori di un debito del correntista verso la banca. Tale duplice funzione, benché criticata da parte della dottrina, è il centro attorno a cui gravitano tutte le pronunce giurisprudenziali degli ultimi vent’anni, le quali hanno così creato un articolato sistema al cui esame in chiave critica è dedicato questo mio elaborato. Benché manchi in Italia una banca dati delle revocatorie fallimentari dei conti correnti bancari, possiamo basarci, per una valutazione economica di insieme del fenomeno, sulle stime effettuate dall’ABI (Associazione bancaria italiana). Nel 1999, in corrispondenza di 11.323 fallimenti chiusi, l’ammontare delle azioni revocatorie nei confronti delle banche era pari a 3.000 miliardi di lire. Questi dati, nonostante risalgano a cinque anni fa, servono ugualmente per renderci conto di quanti e quali siano gli interessi in gioco e, di conseguenza, non ci si deve stupire se in materia vi sia un coacervo di opinioni e tesi contrastanti fra di loro, le quali, invece di aiutare l’interprete ad orientarsi in una materia di per sé stessa complicata, creano ulteriori incertezze, il tutto a discapito della certezza e dell’oggettività del diritto che dovrebbe essere

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Informazioni tesi

  Autore: Marco Francesco Sommariva
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2003-04
  Università: Università degli Studi di Pavia
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Fabio Marelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 164

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