La posizione di garanzia nel reato omissivo improprio

III INTRODUZIONE Il presente lavoro si propone di illustrare l’istituto della posizione di garanzia, figura che si colloca nell’ambito del reato omissivo improprio (o reato commissivo mediante omissione), di cui è elemento costitutivo, analizzandone i tratti salienti, dalla sua genesi alle sue variegate peculiarità. È parso opportuno, come primo passo verso lo studio, esordire con una breve trattazione introduttiva sull’omissione in generale, perlopiù descrittiva, volta a permettere di capire quale “ambientazione giuridica” ci si accinge ad affrontare: l’omissione, dal suo significato letterale a quello, successivamente, contemplato a livello normativo, rappresenta la chiave di lettura della prima parte della tesi. Si vedrà, infatti, come, ancora agli albori del 1900, i delitti erano sostanzialmente tutti previsti in forma attiva, più che altro per la difficoltosa interpretazione ed identificazione di una causalità omissiva. Naturalmente, la cornice del primo capitolo non vuole porsi come un banale “paletto” di partenza; la volontà è stata anche, infatti, quella di voler creare direttamente una “base”, cui fare costante riferimento, fare ritorno in caso di passaggi bui o “disorientamenti” nel corso del successivo corpo della tesi. Il capitolo introduttivo dell’omissione è stato volutamente limitato nelle pagine, per non correre il rischio di fuorviare il lettore con una trattazione manualistica di un argomento tanto generale. La seconda parte del lavoro, presenta alcuni cenni sui momenti storici che videro la nascita della posizione di garanzia, nell’ambito del diritto penale tedesco; da qui il passaggio all’ordinamento italiano che, frettoloso emulatore dell’impronta germanica, si è trovato spesso a dover rivisitare completamente l’istituto per farlo quadrare con il Codice Rocco in primis e, in seguito, alla Carta Costituzionale. Quest’ultima, in particolare, rappresentò forse lo scoglio