La cooperazione transfrontaliera e decentrata
Il CAPITOLO I ha per oggetto le caratteristiche di tali enti ed il loro contributo allo sviluppo delle relazioni internazionali e transnazionali ed il loro contributo, a livello comunitario, per colmare il “deficit democratico” dell’Unione, attraverso i processi di coesione, convergenza, integrazione nell’ambito delle politiche comunitarie.
Vengono approfonditi i riflessi nell’ordinamento interno dei rapporti tra poteri pubblici centrale e periferici, improntati al principio di “leale collaborazione”, ai criteri delle riforme amministrative Viene analizzato l’impatto dei principi di sussidiarietà e decentramento, a livello di istituzioni comunitarie e di rapporti transnazionali tra istituzioni comunitarie, Stati o autonomie statali (c.d. “tre livelli” di potere) e di rapporti tra enti periferici ed omologhi di altri Stati. Il contributo delle autonomie realizza una democrazia diffusa e partecipata dai cittadini ed una maggiore efficienza dell’amministrazione pubblica, attraverso un approccio di “bottom up”, in diverse fasi e su più livelli (integrazione dall’alto e sviluppo di reti dal basso). Esso viene concretato con lo svolgimento di azioni affini a quel “potere estero” tradizionalmente attribuito allo Stato centrale, al fine di rafforzare legami interregionali e colmare i gap di sviluppo dei diversi territori coinvolti: il processo di integrazione europea evidenzia così il significato della “cooperazione” e dello svolgimento di attività cooperative e di partnership ad opera di enti subcentrali.
Tale azione si svolge su due piani. Uno strutturale, per la realizzazione delle politiche “orizzontali” di coesione e dei diversi Fondi dell’Unione. Si basa sui principi di concentrazione degli interventi per obiettivi; di programmazione, per i programmi pluriennali di sviluppo; di addizionalità, il che significa aiuto comunitario con l’impegno dello stesso Stato membro; sussidiarietà e partenariato, cioè dalla fase preparatoria all’attuazione delle iniziative è prevista una stretta concertazione tra Commissione, Stato ed autorità degli organismi competenti, a livello regionale o locale.La sussidiarietà,si pone, in definitiva, come garanzia di legittimità democratica, di trasparenza ed efficacia nello sviluppo degli enti locali e delle politiche comunitarie e degli obblighi nazionali che ne conseguono. Così, attraverso questa guide line, le regioni e gli altri enti periferici possono partecipare accanto agli organi dello Stato centrale alle fasi sia ascendente che discendente, all’iniziativa, deliberazione ed attuazione.Il CAPITOLO II riguarda gli strumenti e le modalità di svolgimento della cooperazione e dei partenariati transnazionali. Il principio di cooperazione si presenta in diverse forme. Una prima tipologia è quella c.d. transfrontaliera, inerente allo sviluppo dei rapporti di vicinato, di autonomie contigue (“frontaliere”), appartenenti a Stati diversi ma, forti di caratteristiche e problematiche comuni, in grado di instaurare dei rapporti costanti per la realizzazione di servizi comuni.Si parla, ancora, di cooperazione transnazionale, di attività svolte tra autorità nazionali, regionali e locali al fine di promuovere una maggior integrazione territoriale tra ampi raggruppamenti di regioni ( “macroregioni”), per la realizzazione di uno “sviluppo sostenibile”, anche in collaborazione con Paesi terzi. Un terzo tipo di “cooperazione” è quello c.d. “interregionale” esterno e settoriale, con finalità di miglioramento dell’efficacia di politiche e strumenti di sviluppo regionale e locale, per il conseguimento dell’obiettivo-coesione, attraverso la creazione di reti (in particolare per le zone in ritardo di sviluppo o in fase di riconversione). Infine, la cooperazione c.d. decentrata. In questo ambito si da luogo oltre che a gemellaggi, scambi di informazione e di know-hows, ad iniziative di cooperazione allo sviluppo, solidarietà internazionale ed interscambi promossi autonomamente da regioni, province autonome, comunità montane, ONG, con il sostegno finanziario dell’ONU, della Comunità Europea e del Consiglio d’Europa.Nel CAPITOLO III si passa in rassegna i rapporti gerarchici tra diritto interno statale, “substatale” e diritto comunitario.Il CAPITOLO IV passa in rassegna la legislazione e la giurisprudenza italiana, costituzionale ed ordinaria, e comunitaria sul problema del raccordo tra la sfera dei rapporti internazionali e la competenza degli enti locali, lo svolgimento delle attività “autonome”, promozionali e di rilievo internazionale, eterogenea gamma di attività accomunate dal coinvolgere, direttamente o indirettamente, soggetti omologhi fuori dalla realtà strettamente nazionale.Il capitolo IV poi, dopo aver qualificato i diversi tipi e relativi strumenti normativi ed amministrativi dei partenariati transnazionali si sofferma sul controllo e coordinamento che spettano allo Stato.
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Informazioni tesi
Autore: | Luigia Marsico |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2000-01 |
Università: | Università degli Studi Roma Tre |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Giandonato Caggiano |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 130 |
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