L'avviamento tra codice civile e legislazione speciale
L’avviamento è un aspetto di una realtà socio-economica molto più ampia alla quale è profondamente legato e dalla quale può essere scisso solo mentalmente.
La realtà socio-economica di cui parliamo è individuata nell’azienda, intesa come il complesso dei beni organizzati ed usati per l’esercizio di un’impresa.
Il soggetto che intende iniziare l’esercizio di una attività imprenditoriale studia la costituzione dell’azienda che risulti la più adatta al suo scopo. Il soggetto fissa le dimensioni e la composizione della sua azienda operando delle scelte organizzative in rapporto al fine ultimo della sua attività, ossia al raggiungimento del maggior guadagno possibile. Stiamo parlando del guadagno realizzabile per mezzo dell’azienda, quindi non facciamo riferimento alla differenza tra costi e ricavi, bensì alla differenza tra la redditività dell’azienda e la redditività dei singoli elementi aziendali, differenza che si suole indicare come profitto puro. La capacità di profitto è quindi la caratteristica che fa dell’azienda una unità economica, con l’azienda infatti si realizza un risultato economico che non può essere raggiunto con gli elementi del complesso singolarmente presi.
Definizione dell’avviamento.
E’ in questo momento che si inserisce il concetto di avviamento, che viene ad essere proprio una qualità dell’azienda, ossia la sua capacità di conseguire risultati economici che con i singoli elementi non si potrebbero conseguire. Con una formula sostanzialmente identica si è detto che l’avviamento costituisce l’attitudine dell’azienda a produrre utili: tale attitudine è la conseguenza dell’organizzazione dei fattori della produzione nell’azienda stessa (ASCARELLI). Si è precisato che l’idoneità dell’azienda a produrre utili deve essere intesa in senso obiettivo e non quindi come speranza dell’imprenditore di ritrarre un profitto.
Natura giuridica dell’avviamento.
Sviluppando una concezione del Carnelutti, l’avviamento come sopra definito viene ritenuto mera qualità o modo di essere dell’azienda cui si riferisce, non bene autonomo. La dimostrazione di questa proposizione è stata condotta in base a diversi ragionamenti: da una parte si è detto che, perché un’entità possa costituire un possibile oggetto di diritti devono ravvisarsi due requisiti: un contenuto patrimoniale ed una tutela autonoma, cioè la possibilità di godimento e disposizione autonomi. Ciò non si verifica nel caso dell’avviamento: “esso sarà tutelato nei singoli fattori materiali, immateriali e personali che concorrono a produrlo, sarà tutelato ancora in quanto è tutelata la coordinazione di elementi che è condizione di vita dell’azienda e cioè in quanto è tutelata l’azienda, ma non già tutelato in sé per sé come oggetto di un autonomo diritto” (ROTONDI).
Senza giungere a ritenere requisiti necessari del concetto di cosa in senso giuridico il godimento e la disposizione autonomi, ma ritenendo sufficiente un’autonoma tutela giuridica, si è tuttavia negata l’esistenza di tale autonoma tutela e si è concluso che l’avviamento è mera qualità dell’azienda (VALERI).
D’altra parte (ASCARELLI) alla classificazione dell’avviamento come qualità dell’azienda si è giunti anche partendo dalla considerazione che, definito l’avviamento come idoneità dell’azienda a produrre lucri, esso è il plusvalore del complesso aziendale rispetto alla somma dei valori dei singoli beni che compongono l’azienda: come tale esso non può essere considerato un bene autonomo.
Distinzioni dell’avviamento.
L’avviamento può dipendere sia dalle scelte compiute dall’imprenditore e cristallizzate negli elementi aziendali, sia dalla capacità dell’imprenditore di ripetere nuove scelte felici nello svolgimento dell’impresa.
L’influenza dell’imprenditore sull’avviamento diminuisce in proporzione alla diminuzione del numero e delle difficoltà di scelte future e della possibilità di continuazione dei rapporti con i fornitori e clienti, indipendentemente dalla persona dall’imprenditore.
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Informazioni tesi
Autore: | Sofia Giovinazzo |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1997-98 |
Università: | Università degli Studi di Bari |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Umberto Belviso |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 175 |
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FAQ
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